Omelia (28-09-2012) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Qoelet 3,1-11; Luca 9,18a Ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo... Qo 3,1-11 Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare Lc 9,18a Come vivere questa Parola? La litania sul tempo di Qoèlet è uno dei brani più conosciuti e gettonati nei discorsi di diversi esponenti e nella letteratura di vario genere; con delle aggiunte non sempre appropriate. Bisogna chiedersi però se tutto il tempo, dal nascere al morire e tra il nascere e il morire, sia dato da Dio agli uomini perché faticasse nell'occuparlo e non possa comprendere la ragione di ciò che Dio compie dal principio alla fine, oppure in quel "ha fatto bella ogni cosa e ha posto nel loro cuore la durata dei tempi" (cf 3,11) anche Qoèlet scorge il mistero della comunione libera tra il Creatore e la sua creatura, e quindi la possibilità di trovare una sintesi armonica tra le antitesi delle azioni temporali. Una risposta al dilemma, semplice ed efficace, ci viene offerta da Colui che ogni tempo ha vissuto in pienezza, senza risparmiarsi, dall'inizio alla fine. Seguito dalle folle bisognose del pane, della salute, della parola ...e dell'affetto, Gesù si prende del tempo: si ritira in un luogo solitario a pregare . Questo verbo nella serie di Qoèlet non appare. Ma è un'azione che consolida quella comunione tra il divino e l'umano che permette di riconoscere che qualsiasi cosa Dio fa', dura per sempre (cf Qo 3,14); permette di riconoscere che Gesù è il Cristo di Dio (Lc, 9,20): l'unto del Signore, l'Inviato a guarire, a saziare, a consolare, a rendere felice l'uomo di ogni tempo. Attirami, Signore, in un luogo solitario, insegnami a pregare, insegnami a scorgere nel tempo il tuo passaggio e la tua mano che mi sostiene nel compiere il mio dovere! La voce di una sorella: Vivi il momento, vivilo in amore Clelia Genghini, FMA. |