Omelia (30-09-2012) |
Agenzia SIR |
Commento su Mc 9,38-43.45.47-48 C'è il rapporto con Gesù e quello con la comunità dei discepoli. Il rapporto decisivo e discriminante è quello con Lui: "Chi non è con me, è contro di me". Se qualcuno scaccia i demoni nel suo nome, è segno sicuro della comunione con il Signore. L'orizzonte della fede è più ampio di quello della comunità visibile dei discepoli. Anche il rapporto con i discepoli è rapporto con Gesù, perché Egli si pone in mezzo a loro: "Chi non è contro di noi è per noi". Significa che Gesù chiede ai discepoli di avere il suo pensiero che non respinge nessuno e lo stesso suo sguardo che riconosce anche i più piccoli segni della fede, come il dono di un semplice bicchiere d'acqua che, se dato a un "piccolo" perché discepolo, avrà eco persino nel giudizio finale quando il Figlio dell'uomo giudicherà tutti i popoli della terra. L'apertura totale, senza alcuna transenna di spazio e di tempo, è mostrata proprio da Gesù con la sua incarnazione e morte in croce, accomunato a tutta l'umanità. In ogni uomo e donna della terra è possibile una relazione misteriosa e profonda con Gesù Cristo. Anche la comunità cristiana è chiamata ad allargare i propri confini fino a considerare tutti in qualche modo come suoi figli, anche quelli che non hanno una conoscenza-esperienza piena di Gesù. Se la "piccolezza" è la fisionomia profonda della vita del credente, anche una mano, un piede e un occhio, possono farle del male e ostacolare - nel senso di fare scandalo, inciampo - la presenza del Signore in noi. Piccolo è un bicchiere d'acqua e i piccoli sanno apprezzarlo, non mancando di ringraziare, soprattutto quando è ricevuto in nome di Cristo. In nome di Cristo. Ricorre ben tre volte in soli quattro versetti. Il fatto è che chi opera nel suo nome può fare cose grandi, a iniziare dagli apostoli che sono di Cristo. Ma chi è di Cristo? I discepoli che lo seguono, ma non in senso esclusivo. Quando i cristiani hanno creduto di avere il monopolio di Gesù, hanno corso il rischio di essere intolleranti. Il bene, sotto ogni forma, è diritto e dovere di ogni uomo. Gesù e lo Spirito sono presenti ovunque si fa il bene. Nella pagina precedente, i discepoli si dividevano tra loro in nome del proprio io. Qui si dividono dagli altri nel nome del proprio noi. Solo il "Nome" di Gesù è radice di unità tra tutti. Lo scandalo è tutto ciò che impedisce a qualcuno di seguire Dio per giungere alla salvezza. Piuttosto che far perdere la fede anche a uno solo, sarebbe meglio morire. Commento a cura di don Angelo Sceppacerca |