Omelia (30-09-2012)
don Luca Orlando Russo
Non glielo impedite

Il brano evangelico di oggi è composto di due parti: la prima ci presenta una reclamo di Giovanni e la risposta di Gesù, la seconda riguarda una serie di riflessioni di Gesù circa lo scandalo. Ci soffermeremo sulla prima parte.
Il problema che pone Giovanni non è un problema secondario e, da molti, viene subito liquidato come un atteggiamento ottuso, meschino, dettato dall'invidia e dalla gelosia. A rifletterci bene l'Apostolo pone a Gesù la questione del valore dell'appartenenza alla comunità. Essere o non essere del gruppo dei Dodici, che hanno ricevuto una missione da Gesù stesso non è cosa secondaria. Per capire meglio la questione dovremmo chiederci come avremmo reagito noi se avessimo visto qualcuno invocare il nome di Gesù e non far parte della Chiesa. O, se volete, chiediamoci: è possibile essere dei "battitori liberi"?
A questo punto la prima cosa da dire con forza è che non è possibile conferirsi una missione. La Parola di Dio ci insegna che l'uomo è sempre "mandato" da Dio. Nel Nuovo Testamento questa chiamata passa attraverso il discernimento della Chiesa, Sacramento di Cristo che invia. Illuminante a questo proposito il brano degli Atti degli Apostoli (At 13,1-3) nel quale Paolo e Barnaba sono chiamati dallo Spirito Santo alla missione, ma inviati tramite la comunità.
Se ci fermassimo qui dovremmo dire che Giovanni non ha fatto assolutamente male quando ha fermato quell'uomo che scacciava i demoni nel nome di Gesù, senza appartenere al gruppo dei Discepoli. Da chi quell'uomo ha ricevuto la missione? Se l'è data da solo? E con quale autorità?
Troppo facile allora dire che Giovanni ha sbagliato. Ma l'intervento di Gesù è davvero chiarificatore. Egli, infatti, invita l'Apostolo a riflettere che l'appartenenza alla comunità cristiana e una specifica missione in essa può essere, certo in casi straordinari, un dono che il Signore può fare a qualcuno anche scavalcando la stessa comunità cristiana. Ma Gesù, a ben leggere il testo, sottolinea che tutto questo si accompagna sempre (e sottolineo sempre) ad uno spirito di benevolenza verso il nome di Gesù e verso la comunità dei Dodici. Dove c'è malevolenza, pettegolezzo o addirittura calunnia non c'è mai lo Spirito Santo!
Ascoltando quello che dice Gesù, ci viene allora di benedire Dio per tutte quelle volte che ha suscitato carismi genuini, che sono il segno della sua misericordia per tutti noi. Una preghiera sgorga spontanea: Signore continua ancora oggi, attraverso la Chiesa e anche senza di essa, a far nascere uomini e donne che nel mondo operino per liberare l'uomo dalla schiavitù nei confronti del male.
Buona domenica e buona settimana!