Omelia (30-09-2012) |
don Roberto Rossi |
Fossero tutti profeti…! "Maestro abbiamo visto un tale che scacciava i demoni nel tuo nome, abbiamo cercato di impedirglielo, perché non è dei nostri". Se guardiamo oltre i confini della comunità cristiana, della Chiesa, ci accorgeremo che c'è tanta gente che fa del bene o perché è già in qualche modo sotto l'influsso cristiano o perché, come uomo, agisce correttamente seguendo la propria coscienza. Gesù dice: "Non glielo impedite". Quando c'è di mezzo il bene, questo va sempre accolto e valorizzato. "Non c'è nessuno che operi un prodigio nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me". Notiamo questa espressione "Nel mio nome", che ritorna varie volte in questo testo del vangelo. "Chi non è contro di noi, è per noi". Quanto è importante saper vedere tutto il bene che c'è nel mondo e attorno a noi, valorizzarlo, ringraziare il Signore e chiedere la luce della fede per tutti, perché il bene abbia il suo senso pieno e porti con sincerità al Signore e ai fratelli. "Se qualcuno vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome, perché siete di Cristo, non perderà la sua ricompensa". Anche qui si parla di estranei alla comunità che agiscono nel nome di Gesù. Gesù forse pensa ai suoi quando andranno nel mondo per l'annuncio del vangelo, stanchi e assetati. Forse pensa a quel giorno in cui anche Lui, stanco e assetato, si sedette al pozzo e chiese un po' di acqua alla samaritana. "Un bicchiere d'acqua nel mio nome": nel mio none, cioè perché mosso dal vostro annuncio, già mi ama, già sente simpatia per me e sente nascere in sé quella fede che già gli fa pregustare la ricompensa della salvezza. "Nel mio nome": chi accoglie voi accoglie me. Chi compie un gesto di amore al prossimo, ai bisognosi, lo fa a Cristo. "Nel mio nome". L'evangelista attualizzando la sua predicazione, aggiunge "perché siete di Cristo" Egli esprime così la convinzione profonda dei primi cristiani. Sapevano di non poter più vivere per se stessi perché il loro vivere era Cristo. Molte volte S. Paolo ricorda questa verità: "Voi siete di Cristo..." E Gesù non vuole solo dirci che siamo suoi, ma anche come dobbiamo trattare i fratelli nella fede. Egli non dimenticherà neppure il più piccolo atto di carità, come un bicchiere d'acqua. E' una grande parola consolante. "Chi dà scandalo a uno di questi piccoli..." Dopo aver meditato l'identificazione di Gesù con i bambini e la sua solidarietà coi discepoli, ora sentiamo che parla dei piccoli che credono in lui. Guai a scandalizzarli. Non siamo nel campo morale. Gesù sta condannando coloro il cui agire sconsiderato spinge un credente ad abbandonare la fede in lui. Scandalizzare significa ostacolare qualcuno nella fede, impedirgli di continuare a credere in Gesù. Chi agisce così fa un male immenso a se stesso. "Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala..." Gesù continua a istruire i suoi discepoli su come evitare il male. E a volte - lui lo sa - ci vuole tanto coraggio. Le immagini usate lo esprimono molto bene e in modo forte e convincente: taglia, taglia... Gesù intende dirci: ‘Se in te c'è qualcosa che ti impedisce di aderire al tuo destino e di è di ostacolo, nella tua adesione a me, è necessario che tu faccia degli strappi profondi nella tua vita e che li faccia guardando al futuro. Il destino dell'uomo è nel futuro: là si trova la vera vita, il Regno, cioè l'unione perfetta con Dio, la felicità eterna, o l'inferno, il segno del fallimento totale della propria esistenza. L'avere l'uno o l'altro dipende dalla decisione di oggi, dal sapere vincere oggi quel che è di ostacolo alla fede. La mia volontà è che tu viva e io farò di tutto per aiutarti. Sei stato creato per la vita, non per la morte'. |