Omelia (07-10-2012) |
Omelie.org (bambini) |
Il Vangelo di questa domenica è come se fosse diviso in due parti distinte: c'è una prima parte, piuttosto lunghetta, che è rivolta ai grandi, agli adulti, perché parla di questioni che riguardano il matrimonio e il divorzio. La seconda parte, invece, ha per protagonisti i bambini ed è rivolta proprio a tutti. Siccome mi sembrate piuttosto giovani per essere già alle prese con il matrimonio, penso sarete d'accordo con me per concentrare la nostra attenzione sulla seconda parte del brano che abbiamo ascoltato poco fa. Rileggiamola insieme: "Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, abbracciandoli, li benediceva, ponendo le mani su di loro." L'evangelista Marco ci dice che la gente porta a Gesù dei bambini: non dei bambini speciali, particolarmente buoni o santi, che meritano di stare vicino al Maestro e Signore. Neppure gli portano dei bambini particolarmente monelli, perché Lui li faccia diventare buoni. Non sono nemmeno bambini malati, che hanno bisogno di essere guariti, no, niente del genere. Sono bambini normalissimi, esattamente come voi: con tanta voglia di giocare, con il cuore generoso, ma anche pronti a qualche birichinata. Allora, se sono bambini normali, perché li portano da Gesù? Il Vangelo lo dice molto chiaramente: li portano dal Rabbi di Nazareth perché li accarezzi. Non è stupendo?! I genitori, i nonni, gli zii, gli amici di questi bimbi hanno capito che quel giovane Maestro è pieno dello Spirito di Dio, perciò desiderano che dia una carezza ai loro bambini. Non vogliono segni, miracoli o prodigi: chiedono solo una carezza. Ora, prima di proseguire, permettetemi una domandina sottovoce: a voi piacciono le coccole? A me tantissimo! Mi piace farle e mi piace riceverle. Sono un modo per dire che ci si vuole bene, senza bisogno di usare le parole. Nelle coccole, quello che conta sono i gesti: lo stare abbracciati, tranquilli... una carezza leggera sui capelli... una mano che sfiora pianino pianino le spalle, la schiena, le braccia, facendoci sentire amati e al sicuro. Quando siamo un po' tristi, ditemi, cosa c'è di meglio di una coccola che consola? Subito torna il sorriso. Se siamo ammalati, anche le coccole ci aiutano a guarire, ci danno una forza in più. Se siamo preoccupati o spaventati, sono belle le coccole rassicuranti, che ci fanno capire che non c'è motivo di aver paura, che andrà tutto bene... Adesso, provate a pensare: se le coccole riescono a farci provare tante cose belle quando ce le scambiamo tra noi, in famiglia, chissà che meraviglia dev'essere quando si ricevono le coccole di Gesù! Proprio per questo i genitori portano i loro bambini dal Rabbi, perché hanno capito che le sue sono coccole straordinarie, che non solo fanno bene al cuore, ma anche all'anima. Sembra tutto perfetto, ma i discepoli sono innervositi dalla presenza di quella gente, e soprattutto sono infastiditi dai bambini. Abbiamo letto le parole dell'evangelista Marco: "Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono." Immagino che i discepoli siano convinti che tutti quei bambini che parlano, ridono e si muovono in giro, possano dare fastidio al Maestro Gesù, per cui rimproverano i genitori ed i nonni che li hanno portati fin lì. Mi sembra quasi di sentirli: - Questo non è posto per bambini!... qui non si viene per giocare... Il Rabbi parla di cose serie e profonde, e voi lo disturbate!... i bambini gridano, corrono, fanno rumore: non va bene!... - Ma il Figlio di Dio non la pensa così, ha idee tutte diverse: richiama i discepoli, li fa smettere. Vuole che i bambini si avvicinino a Lui, è contento che gli stiano intorno, gli fa piacere prenderli in braccio... Sììì! Gesù, sei proprio il migliore! A quei bimbi non fa un discorso su Dio Padre e sul suo amore immenso per ognuno di noi, ma gli fa gustare, provare di persona, che cosa significa essere coccolati da Dio! Il Vangelo è molto accurato nel riportare i particolari: "abbracciandoli, li benediceva, ponendo le mani su di loro." Gesù prende i bambini in braccio, li fa sedere sulle sue ginocchia, li accarezza piano, posa le mani sul loro capo e li benedice. Sono tutti gesti di affetto e di grande tenerezza. Non solo: rivolgendosi ai suo discepoli e a tutti gli adulti presenti, li invita a prendere come modello i bambini, per poter entrare nel Regno dei Cieli. Lo dice senza troppi giri di parole: " Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso." In pratica, il Maestro e Signore sta dicendo che anche i più grandi di età possono imparare dai più piccoli. Vi sentite un pochino maestri? Gesù dice che lo siete, dice che bisogna conservare un cuore da bambino per entrare nel Regno di Dio. Vedo facce molto orgogliose, per questo, però mi sono chiesta: in cosa potete essere maestri? Ci pensato seriamente, sapete?, perché il Signore Gesù non dice mail qualcosa solo per dare aria ai denti: ogni sua parola ha un significato profondo. E dunque, che cosa noi adulti possiamo imparare dai bambini? Prima di tutto, possiamo imparare la gioia, l'allegria: il sorriso fiorisce più facilmente sul volto dei bambini che su quello dei grandi. Tutti voi bambini avete delle risate bellissime, che scaldano i cuori. E sapete rallegrarvi anche per cose molto piccole e semplici. Un'altra cosa che i grandi possono imparare dai bambini è la capacità di stupirsi e meravigliarsi, di fronte ad ogni sorpresa, di fronte alle cose belle che ci sono nella natura, tra gli animali, tra le persone... E poi, tutti i grandi possono imparare dai bambini l'impegno, la capacità di concentrarsi in modo totale, come fate voi quando giocate. Se riuscissimo a mettere lo stesso impegno per vivere secondo il cuore di Dio, sarebbe davvero incredibilmente facile essere santi! Adesso che vi ho detto queste cose, non montatevi la testa, ma provate invece a pensare, in qualche momento di silenzio, alle volte in cui, nella settimana appena trascorsa, vi siete sentiti felici, avete riso e cantato insieme ai vostri compagni. Provate a pensare che cosa vi ha stupito di più in questa settimana: un incontro, una novità, una sorpresa... Pensato? Bene! Potete dire grazie al Padre Buono che vi conserva un cuore aperto al suo Spirito, lanciato sulla via della santità. E visto che siete così in gamba, vi do pure un compito per casa, tanto ormai la scuola a ripreso a pieno ritmo! Il compito è semplicemente una domanda: voi, vi sentite coccolati da Gesù? Durante questa settimana, prima di dormire, provate a sentirvi al posto dei bambini di cui ci ha parlato il Vangelo di oggi; chiudete gli occhi e sentitevi abbracciati da Gesù, sulle sue ginocchia, coccolati da Lui... Raccontategli la vostra giornata, confidategli cosa vi preoccupa e poi addormentatevi sereni nel suo Amore. Io lo faccio sempre e vi assicuro che è bellissimo! Voi provateci e poi mi saprete dire! Commento a cura di Daniela De Simeis |