Omelia (04-10-2012) |
Riccardo Ripoli |
La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Quanto lavoro c'è da fare, quante persone da aiutare, quanti torti da raddrizzare, quante ingiustizie da sanare. Cammini per la strada e vedi il barbone che chiede l'elemosina all'angola della strada, una donna sdraiata per terra che cerca di recuperare qualche centesimo caduto ai passanti attraverso una grata, vai in ospedale a trovare un amico e tocchi con mano la sofferenza fisica di decine e decine di persone, molte delle quali abbandonate a sé stesse. E se la punta di un iceberg rappresenta il dieci per cento del volume emerso, mi è impossibile immaginare quanta sofferenza ci sia e non si veda: anziani soli, ragazzi che si fanno male con droga ed alcol, famiglie intere senza lavoro e senza mangiare. Non vedere non significa non sapere. L'iceberg è dinanzi a noi, con il suo volume, con la sua forza. Basta ignorarlo, passare oltre, fare finta che non esista e possiamo vivere una vita felice, fare una bella navigazione. Quanta ipocrisia. Come si può far avanzare il cibo, ad annoiarsi, a comprarsi vestiti che mai metteremo quando ci sono persone che non mangiano, che soffrono vicino a noi? Non basta ignorarli perché spariscano. Ma non vi rimorde la coscienza? Non pensate che se voi foste nella loro situazione vorreste tutto l'aiuto possibile? Quello che avete è per grazia di Dio: la salute oggi c'è, ma domani potreste scoprire di avere una brutta malattia; i vostri figli sono ben curati, ma domani potrebbero incontrare qualcuno che fa loro del male o li porta sulla strada della droga o della delinquenza; i soldi che avete domani potreste perderli insieme al lavoro. Come fate a continuare a camminare per la vostra strada con il paraocchi, stando bene attenti a non incrociare lo sguardo con quello di chi vi supplica con gli occhi di aiutarlo? Come fate a guardare vostro figlio e a non pensare che ogni giorno, ovunque, anche nella vostra bella città dove all'apparenza stiamo tutti bene, ci sono migliaia di bambini, stimiamo oltre un milione, che vengono sfruttati, abusati, picchiati, maltrattati, non amati, non accuditi e per i quali voi potreste fare la differenza perché le sofferenze che subiscono possano cessare, non solo dando una vostra offerta in denaro, spesso con lo scopo d tacitare la propria coscienza, ma soprattutto scendendo in campo accanto a loro. Mille modi, primo fra tutti quello di prendere un bimbo in affido, magari pure lottando contro quei servizi sociali che ingannandovi in maniera ignobile vi dicono "non ci sono bambini da dare in affidamento", magari da parte vostra aprendo la porta del cuore alle reali esigenze e non dicendo "voglio un bambino piccolo, bello, italiano, i cui genitori non si facciano mai vivi", grazie al piffero, così son bravi tutti. Aiutare gli altri vuol dire mettersi al loro servizio, curare le ferite di chi ha più piaghe, prendersi cura degli ultimi fra gli ultimi: bambini senza un braccio, con ritardi cognitivi, grandicelli e difficili di carattere. Se non li aiutate voi questi ragazzi, come pensate che possano fare ad uscire dal pantano in cui sono nati? Con quale coraggio domani punterete loro il dito perché da adulti stupreranno, violenteranno, rapineranno? Che coraggio avete, fortissimi nell'aprire bocca e criticare, ma codardi nello scendere in campo. Mi viene una rabbia quando vedo tanti ragazzi che si annoiano, stufi della loro vita piena di cose materiali, ma vuoti di valori e di principi. Poi dall'altro lato sento i genitori lamentarsi per il comportamento dei loro figli, sempre più indolente, sempre più menefreghista ed egoista. I valori ad un ragazzo non si devono insegnare facendogli vedere che la vita non è rosa e fiori, che si deve combattere perché gli altri abbiano qualcosa cui hanno diritto, che dobbiamo privarci di qualcosa di nostro per dare un po' di speranza a chi incontriamo triste e sconsolato. Non c'è famiglia che non possa prendere un bambino in affido perché dove c'è da mangiare per tre si mangia anche in quattro, senza considerare un piccolo contributo comunale, e sarà un gesto grande, importante che darà una possibilità in più a quel bimbo, che farà di lui un bravo genitore, un gesto che educherà i nostri figli alla comprensione, all'amore, all'altruismo, all'accoglienza. E' facile criticare chi fa qualcosa, ma almeno fatelo quando voi fate meglio. Non passa giorno che non senta il peso di tanto lavoro per i ragazzi, per quelli che ho in affido e per quelli che vorrei aiutare. Come Associazione chiediamo continuamente l'aiuto di tutti, fosse anche un'ora al mese o un periodo in estate. Ma non c'è momento in cui non ringrazi Dio di avermi chiamato nel suo campo a lavorare la Sua messe, a prendermi cura di quei ragazzi che bussano alla nostra porta, perché la gioia che questi piccoli uomini danno è infinita. L'altra sera, nel nostro dialogo serale, parlavo con loro e li vedevo rapiti, non si perdevano una mia parola, interagivano con me, dialogavano di valori e mi chiedevano consigli, opinioni. Vederli crescere oggi sani e forti nei loro cuori, quando ieri erano ai margini del mondo, in una società che li scansava perché "diversi" mi si riempie il cuore. E quante famiglie che ci vengono a trovare ci invidiano per quanto siano bravi e si mettono in discussione come genitori chiedendo consiglio. Non ci sono ricette segrete, ma certamente ciò che molto fa nella loro educazione è quello di fargli vedere che se loro hanno sofferto, ci sono tantissime persone che stanno peggio di loro. L'accoglienza, la solidarietà, l'amore, la correzione degli errori anche tra adulti sono principi che ogni giorno pian piano entrano nel loro sangue e vengono messi in pratica. Non basta andare a scuola ad ascoltare la teoria da parte degli insegnanti, occorre mettersi alla prova con esercizi pratici. Ecco, un genitore non dovrebbe limitarsi ad insegnare con le parole, quando lo fa', ma dovrebbe fare in modo che i figli possano esercitarsi toccando con mano certe realtà, stando loro vicini. Se non volete aiutare il prossimo accogliendo un bambino nelle vostre case per voi stessi o per i bimbi che soffrono, fatelo per i vostri figli affinché un domani non siano privi di cuore e pensino che gli unici beni da ottenere siano quelli materiali. La messe è molta, ma gli operai sono pochi, ma un operaio in più migliora la vita di tutti gli altri. Se prendere un bimbo in affido vi sembra complicato, difficile, doloroso, venite a trovarci, aiutateci in altro modo, non parlo di soldi, venite a passare qualche giorno da noi, rendetevi conto e toccate con mano una realtà diversa dalla vostra, toglietevi il paraocchi e se non vorrete scendere subito in pista, almeno cominciate a guardarvi intorno, non siate insensibili e sordi al grido di aiuto che migliaia di bambini vi stanno rivolgendo. Non pensate di essere troppo piccoli, troppo poveri, troppo inadatti, troppo vecchi o troppo giovani. Ognuno può dare qualcosa, magari poco, ma quel qualcosa datelo e vedrete che ne riceverete dieci volte tanto. |