Omelia (07-10-2012)
Riccardo Ripoli
Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse

Non c'è gesto come questo dove ci sia una così alta concentrazione di amore. Presentare un bambino è metterlo davanti a noi, dargli la primizia, lasciare che sia lui a godere del bene che arriva dall'esterno. Quanti genitori si privano di ogni cosa pur di darla ai propri figli, papà e mamme che si farebbero togliere un arto o un organo per donarlo al figlio se ne avesse bisogno. Che gioia vedere che questo non è cambiato, che ieri come oggi ci sono tanti genitori che antepongono il bene dei bambini al proprio. Tanti, ma non tutti, purtroppo. Non sta a noi giudicare la persona che sbaglia, il papà che violenta il figlio, la mamma che abbandona le sue creature o le getta nel vuoto, ma l'azione va criticata, il bambino va messo in sicurezza, ma soprattutto è necessario dare a quel bimbo le opportunità che hanno avuto i nostri figli, dargli quell'amore che non hanno ricevuto, insegnarli i valori di una famiglia. Dobbiamo farlo certamente perché non diventi un domani una persona capace di ripetere ciò che ha subito, dobbiamo farlo per un dovere morale e civico. Se vi fermaste un secondo, se accantonaste le vostre ansie e paure, l'idea che un giorno un bambino in affidamento vi potrebbe essere tolto, vedreste che sareste i primi ad avere il desiderio di dargli tutto ciò che avete, di metterlo davanti a voi. Dare ai propri figli le primizie è giusto non perché sono vostri, ma perché sono bambini, ed allo stesso modo dovreste trattare tutti i bambini del mondo, a partire da quelli più vicini a voi perché l'azione che possiamo fare su di loro è maggiore che non a distanza.
Cosa chiediamo a Dio, che accarezzi i bambini. Questa è la mia vita, prendere tutti i bambini che alcune famiglie abbandonano o non amano e presentarli a Dio, dar loro le primizie della vita. Condividetela con me, camminiamo insieme e potremo portare davanti a Dio tanti bambini da accarezzare. Non è che il Signore ha bisogno di noi per amare un bimbo, ma se saremo noi a portarli dinanzi a Lui, a guidarli nei valori e nei principi, quella carezza di Gesù sarà come una medaglia finale che riceveranno per un cammino fatto, una medaglia da portare appuntata sulla propria anima per tutta la vita come segno distintivo e di orgoglio per essere usciti, non senza sacrificio, seppure con il nostro aiuto, da una vita ormai segnata.