Omelia (14-10-2012) |
Riccardo Ripoli |
Chiunque avrà lasciato tutto per me... Gesù ci chiede di fare qualcosa per gli altri, di mettere in pratica le Parole del Vangelo, di fare sacrifici, di dedicare la propria vita al prossimo, ci chiede di seguirlo. In cambio ci promette molto, ma molto di più di ciò che ci lasciamo alle spalle. All'inizio della mia scelta di vita ero titubante, impaurito, ragazzo poco più che ventenne al quale la società aveva insegnato che si deve lavorare per avere uno stipendio, che senza un lavoro non mangi e non bevi. Evidentemente quei miei timori ancestrali erano sintomo di un Fede ancora debole. Da sempre quando ho un pensiero non smetto di cercare una soluzione finché non l'ho trovata, e per diverso tempo mi sono interrogato sul mio desiderio di dedicarmi ai bambini da una parte e sulle esigenze di una vita "normale" dove lavoro, famiglia, vacanze, figli fossero le priorità dall'altra. Dio chiamava in continuazione, non c'era giorno che non ci fosse un episodio che mi scuotesse la coscienza, vedere un bambino che arrivava con le bruciature di sigaretta in volto, un altro con segni di coltello sulla schiena, vedere bambini che raccoglievano briciole per terra per cibarsene avidamente, entrare nelle loro anime e capire che avevano un bisogno spasmodico di attenzioni ed amore. Quelle chiamate non mi lasciavano indifferente, ma la paura del domani era troppo forte. Come avrei vissuto, di cosa mi sarei nutrito, con cosa mi sarei vestito? Un giorno leggendo il Vangelo, aprendolo a caso, il Signore mi dette la risposta "Non siate in ansia per la vostra vita, per ciò che mangerete, né per il vostro corpo, come lo vestirete. Perché la vita vale più del nutrimento e il corpo più del vestito. Osservate i corvi: non seminano né mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. Quanto più degli uccelli valete voi! Chi di voi, per quanto si affanni, può prolungare di un poco la propria vita? Se dunque voi non potete fare neppure il minimo, perché vi affannate per il resto? Osservate come crescono i gigli: non filano, non tessono; eppure vi dico che nemmeno Salomone in tutto il suo splendore fu mai vestito come uno di essi. Ora, se Dio veste così l'erba che oggi è nel campo e domani viene gettata nel fuoco, quanto più valete voi, gente di poca fede! Non tormentatevi dunque per cercare che cosa mangerete o che cosa berrete: per tutte queste cose si dà da fare senza pace la gente del mondo, ma il vostro Padre sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno date in aggiunta". L'inizio non è stato semplice, la sera andavamo a raccogliere cartone per venderlo ed avere i soldi per dare da mangiare a tanti bambini di famiglie disagiate, quanti traslochi notturni per guadagnare qualcosa per loro, quante lotte per vedere riconosciuti i loro diritti. Ed il Signore ha mantenuto la Sua promessa con noi. Lasciare le agiatezze alle spalle ha fatto si che potessimo avere il centuplo di quello che abbiamo abbandonato. Non tanto nell'aspetto materiale, che conta ben poco, quanto negli affetti. Ho rinunciato ad avere figli per aiutare quei bambini che tante famiglie non hanno saputo accudire e mi sono ritrovato con decine e decine di figli che mi vogliono un bene dell'anima. Ho rinunciato alla compagnia di tanti amici e ne ho trovati molti, molti di più nei volontari e nelle persone che ci dichiarano la loro solidarietà. Il Signore mi ha donato il Paradiso su questa terra. I problemi non mancano e a volte è stata dura andare avanti o combattere prepotenze e cattiverie, ma in quale scelta di vita, lavorativa o familiare, non ci sono problemi, pensieri, preoccupazioni? Sono felice della vita che il Signore mi ha proposto, non per quello che ho ricevuto, ma per quello che ho potuto dare. Non pensavo tanti anni fa che ne sarei stato capace, ma evidentemente il Buon Dio mi ha dato la forza e gli strumenti per farcela. Non pensate che per voi sia troppo difficile aiutare il prossimo, buttatevi ed il Signore vi sarà vicino. Con me lo ha fatto, perché non dovrebbe farlo con voi? |