Omelia (11-10-2012) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Galati 3,5 Colui dunque che vi concede lo Spirito e opera portenti in mezzo a voi, lo fa grazie alle opere della Legge o perché avete ascoltato la parola della fede? Gal 3,5 Come vivere questa Parola? Paolo non sta svalutando la Legge, cioè le "Dieci Parole" consegnate da Dio stesso agli Israeliti a custodia dell'affrancamento alla schiavitù degli dei egiziani, ma sta indicando nell'autosufficienza di chi crede di potersi salvare grazie alla sua puntigliosa osservanza, il tarlo che corrode l'esistenza impegnata di alcuni credenti. No, dice, Paolo, non è questo che libera, ma la fede in Colui da cui solo proviene la salvezza. Ogni volta che si eleva a divinità qualcuno o qualcosa, anche la più santa come la Legge, sostituendola così allo stesso Legislatore, si scivola fatalmente nell'idolatria e quindi nella più umiliante delle schiavitù. Forse oggi, più che il culto della Legge in sé, si verifica qualcosa di ancor più degradante, basta pensare agli idoli che ci propone la società: denaro, sesso, potere... Tutte cose in sé oggettivamente buone finché non diventano idoli, proprio come la Legge quando la sua osservanza è suggerita dalla subdola pretesa di scalare la vetta della santità autoesaltandosi, invece che accogliere umilmente il dono santificante dello Spirito, a cui ci apre la fede. Se l'elevare ad assoluto un valore relativo facendone lo scopo della vita schiavizza, l'aprirsi alla fede, intesa non solo come verità credute ma come via che illumina ed apre alla vita nell'umile e gioiosa accoglienza dello Spirito, restituisce a quella dignità filiale da cui siamo stati segnati fin dal primo istante: chiamati ad essere immagine, figli di Dio e perciò sovrani rispetto all'intero universo. Nella mia pausa contemplativa, quest'oggi, voglio invocare lo Spirito Santo perché alla sua luce possa riconoscere e snidare quanto, anche nel mio tendere a Dio, vi può essere di ricerca di me. Spirito Santo, Spirito di verità, illimpidisci il mio sguardo perché sappia distinguere ciò che viene da Dio e ciò che viene dall'io, e la mia fede sia autentica e genuina adesione a Cristo, sola Via Verità e Vita. La voce di un Santo Siamo sinceri. Perché non sempre rinnoviamo la società, perché non abbiamo sempre la forza di trascinare? Ci manca la fede, la fede calda! Viviamo poco di Dio e molto del mondo: viviamo una vita spirituale tisica, manca quella vera vita di fede e di Cristo in noi, che ha insita in sé tutta l'aspirazione alla verità, e al progresso sociale; che penetra tutto e tutti, e va sino ai più umili lavoratori. Ci manca quella fede che fa della vita un apostolato fervido in favore dei miseri e degli oppressi, com'è tutta la vita e il vangelo di Gesù Cristo. S.Luigi Orione |