Omelia (12-10-2012)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Galati 3,13-14

Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando lui stesso maledizione per noi, poiché sta scritto: Maledetto chi è appeso al legno, perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse ai pagani e noi, mediante la fede, ricevessimo la promessa dello Spirito.
Gal 3,13-14


Come vivere questa Parola?

Paolo con il suo linguaggio urticante riesce a scuoterci e a costringerci a riflettere sul paradosso della redenzione. Un'assurdità, di fronte alla quale la superbia umana recalcitra, e che abbraccia l'intero arco dell'esistenza storica di Cristo: dal momento dell'incarnazione all'evento pasquale di morte ed esaltazione.

Quel "diventare maledizione", in altri passi "peccato", vuole esprimere fino a che punto si è spinta la solidarietà di Cristo con il genere umano: ha assunto questa nostra stessa carne soggetta alla maledizione del peccato, da cui eravamo incapaci a sottrarci, per sciogliere le nostre catene e restituirci alla dignità di figli di Dio. Solo così, immergendosi totalmente in essa, poteva forzare dall'interno questa degradante situazione e sommergere il "no" adamitico nel suo "sì" al Padre, cioè nell'accoglienza piena e amorosa della sua volontà salvifica. Ed ecco dissigillarsi la sorgente inesauribile delle benedizioni divine e tornare a fecondare la terra, senza più distinzione di razze.

In forza di questa solidarietà, ogni uomo può dire "in" lui io sono morto all'umiliante soggezione al peccato e sono risorto creatura nuova. "In" e non semplicemente "con"! E questo perché unica è la "carne" che io e il Figlio di Dio condividiamo. Mistero sublime che fa gridare a Paolo: questa vita che vivo la vivo nel Cristo; non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me!

Un grido gioioso che dovrebbe affiorare al labbro di ogni cristiano, al mio.

Voglio lasciarmi afferrare, quest'oggi, da questo travolgente ed esaltante mistero.

Mio Dio, quanto insondabili sono i tuoi disegni d'amore! Quando credo di averli penetrati, scopro con stupore che ne ho colto soltanto un lieve barlume. E tu, con la tua luce, mi solleciti ad andare oltre: una rincorsa d'amore che si concluderà nell'abbraccio eterno.

La voce di una carmelitana del XIX/XX secolo

Dinanzi agli abbassamenti del Verbo, il nostro povero intelletto si smarrisce e altro non sa fare che abbassarsi, adorare, fra tanta luce emanante dal Mistero.
Madre Maria Candida dell'Eucaristia