Omelia (07-10-2012)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mc 10, 6-9

Dall'inizio della creazione (Dio) li fece maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto.
Mc 10, 6-9


Come vivere questa Parola?

Una frase che ben conosciamo ma su cui, oggi in particolare, ci verrebbe la voglia di sorvolare: è un terreno troppo delicato e non si possono prendere posizioni drastiche ma neppure lasciare tutto nel nebuloso. È questione di onestà e di rispetto verso chi ha diritto di essere illuminato, sostenuto e mai giudicato.

La parola di Dio non lascia spazio ad equivoci accomodanti: "i due diventeranno una carne sola". Un'unione che, secondo il disegno di Dio, esige e rispetta la pari dignità e, al tempo stesso, la complementarietà dei partner così che i due siano dono l'uno per l'altro, si valorizzino reciprocamente e realizzino una comunità di amore e di vita, come ha affermato Benedetto XVI al "VII incontro mondiale delle famiglie". "Nel vivere il matrimonio voi non vi donate qualche cosa o qualche attività, ma la vita intera", ha poi esplicitato.

È qui, nella logica del reciproco rispetto e del dono dell'intera esistenza che affonda le radici l'indissolubilità coniugale. E in questo vicendevole donarsi ed accogliere il dono dell'altro è la dinamica dell'amore che va alimentato rinnovato e difeso ogni giorno.

È un quotidiano espropriarsi che nella concretezza della vita conosce resistenze, fatiche e... sdruciolamenti. Anche questo va contemplato nel non facile cammino di coppia, per farsi alternativamente spalla che sostiene, mano che risolleva e rilancia, cuore che comprende e mai ritrae la fiducia e l'amore.

Da soli ciò può risultare pesante. È ancora il Papa ad indicarci la via: "Care famiglie, chiedete spesso, nella preghiera, l'aiuto della Vergine Maria e di san Giuseppe, perché vi insegnino ad accogliere l'amore di Dio come essi lo hanno accolto. La vostra vocazione non è facile da vivere, specialmente oggi, ma quella dell'amore è una realtà meravigliosa, è l'unica forza che può veramente trasformare il cosmo, il mondo".

E per chi ha sperimentato l'amarezza del fallimento? Per nessuno c'è una condanna inappellabile: il cuore di Dio, e quindi anche quello della Chiesa, resta spalancato per riaccogliere e lenire con tanto più amore quanto più cocente è la ferita, come lo stesso Pontefice afferma: "Una parola vorrei dedicarla anche ai fedeli che, pur condividendo gli insegnamenti della Chiesa sulla famiglia, sono segnati da esperienze dolorose di fallimento e di separazione. Sappiate che il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra fatica. Vi incoraggio a rimanere uniti alle vostre comunità".

Signore, tu indichi la via dell'amore a tutti, qualunque sia lo stato di vita che hanno abbracciato. Ma conosci anche la nostra fragilità e il bisogno che abbiamo di essere da te sostenuti. Ti prego, facci sentire la tua presenza di Padre che ama, previene e riaccoglie sempre. Te lo chiedo soprattutto per le famiglie, in particolare per quelle che hanno conosciuto la bruciante ferita del fallimento.