Omelia (18-10-2012) |
Riccardo Ripoli |
Non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada Qualche giorno fa ero a fare funghi in bosco, assorto nella ricerca e nei miei pensieri. Passo accanto ad un cacciatore che mi chiama e mi apostrofa bonariamente dicendo "Ehi Riccardo, non si saluta più?". Nemmeno mi ero accorto della sua presenza perché andavo per la mia strada, senza distrazioni, pensando a quello che dovevo fare. E' in questo senso che il Signore ci intima di non salutare nessuno per la strada, non per maleducazione o per non fare amicizia, ma quando abbiamo un compito da svolgere dobbiamo pensare solo a quello, senza distrazioni. Questo non vuol dire che coloro che si occupano del prossimo non possano avere momenti di svago, ma solo che il pensiero principale debba essere quello. Nei primi anni di Associazione, quando mio padre cominciava ad accorgersi che mi stava perdendo come commercialista, che la vita per i bambini mi attirava sempre più, mi diceva che avrei potuto occuparmi dei ragazzi come volontariato e nel contempo portare avanti lo studio professionale. Riflettei molto su questo, ma arrivai alla conclusione che se si vuol far bene una cosa, si deve fare solo quella. Così a testa bassa cominciai a percorrere quel ripido sentiero. Lasciai a casa tutto ciò che mi avrebbe potuto appesantire ed armato di tanta buona volontà mi incamminai sulla strada che avevo davanti. Bisaccia, borsa, sandali sono esempi di cose materiali alle quali non sappiamo rinunciare, ma se imbocchiamo la strada segnata da Dio non avremo nulla da prendere, ci farà trovare Lui tutto ciò di cui necessitiamo. Così è stato per me sin dall'inizio. Ho chiuso con il mio passato ed ho guardato solo avanti, ed il Signore mi ha dato molto di più di ciò che avevo, molto di più di ciò che avrei potuto desiderare, molto di più di ciò che umanamente mi sarei mai meritato. |