Omelia (21-10-2012)
don Luca Orlando Russo
Chi vuol essere il primo tra voi...

È proprio una malattia quella dell'uomo, che tenta, con tutte le strategie possibili e immaginabili, di esorcizzare la paura di "perdere". Da questa malattia non sono immuni i discepoli che, come in altre occasioni, pur di dimenticare i discorsi che Gesù fa sulla prossima disfatta, con una certa insistenza, non trovano di meglio che impiegare il loro tempo nel discutere su chi di loro fosse il più grande.
Oggi, raggiungiamo il colmo: due dei Dodici, Giacomo e Giovanni, domandano apertamente a Gesù di potersi sedere alla sua destra e alla sua sinistra nel suo regno. Sono convinti che Gesù realizzerà un regno mondano. Puntano al potere e si spalleggiano per riuscire a scavalcare Pietro e gli altri. Povero Gesù, come fa a sopportare un tale malinteso?
Gli altri discepoli, gli altri dieci, non sono da meno. Si indignano con Giacomo e Giovanni perché vogliono anche loro i primi posti. I Dodici, a quanto pare, considerano normale questa ricerca di potere.
Gesù non si scandalizza né stimmatizza questa richiesta. Alla sua destra, nella gloria del Padre siederanno tutti coloro che berranno il calice che egli sta per bere: un calice molto amaro, quello della passione e della morte in croce. La via per la gloria passa attraverso la fedeltà alla via dell'amore e ciò comporterà l'insuccesso, la disfatta, il fallimento. A Gesù costerà molto caro restare fedele al Padre e ai suoi fratelli che ama con tutto se stesso. Giacomo e Giovanni, ignari di quanto Gesù ha detto loro, peccano di presunzione nel dire che sono disposti a bere lo stesso calice di Gesù. Chissà cosa diranno Giacomo e Giovanni quando, alla destra e alla sinistra di Gesù, vedranno altri due crocifissi? Credo proprio che ringrazieranno Gesù di non averli ascoltati.
Anche questa reazione di Gesù ci dimostra un ennesima volta che stiamo parlando di una persona animata dalla forza dell'Amore. Il vangelo di Marco ci riferisce che Gesù dall'episodio di Cesarea di Filippo in poi aveva perso di vista la folla per concentrarsi sulla preparazione dei Dodici agli eventi prossimi a Gerusalemme, ma a quanto pare i risultati dei suoi sforzi tardano a venire. Dopo tanto impegno e al suo posto, chiunque si sarebbe demoralizzato. La tentazione di abbandonarli al loro destino, senza spendere più nemmeno un attimo nel cercare di educarli, è forte. Ma Gesù, nel suo amore, preferisce accoglierli e amarli come sempre. A loro, innanzitutto, rivolge il suo amore, anche se quando verrà l'ora, saranno i primi ad abbandonarlo. Ma egli è venuto per servire e non per essere servito, per salvare e non per salvarsi.
Buona domenica e buona settimana!