Omelia (21-10-2012) |
don Roberto Rossi |
Una vera grandezza: servire! La chiesa ha la missione di servire il mondo e noi siamo nella Chiesa a servizio gli uni degli altri. Solo così la Chiesa realizza la sua missione, solo così noi realizziamo la nostra vocazione cristiana. Nel vangelo viene riportato un tentativo malriuscito di assicurarsi un posto di potere nel mondo nuovo che sta per cominciare, un modo scoperto per raggiungere disinvoltamente una posizione di vantaggio. Da che mondo è mondo ci sono stati «rampanti» disposti a dare la scalata alle poltrone più importanti. E da che mondo è mondo sono stati ripagati con lo sdegno e l'irritazione di chi li circonda. Gli apostoli non sembrano costituire un'eccezione. Chi legge il Vangelo di quest'oggi non può fare a meno di percepire la solitudine di Gesù che va verso Gerusalemme, luogo di passione e di morte, e si trova a far fronte a richieste di questo genere. Non sembra proprio che l'abbiano capito. Quello che domandano, del resto, fa uno strano effetto a chi sa come va a finire il racconto. Senza saperlo Giacomo e Giovanni stanno domandando di stare accanto a Gesù sulla croce, perché è proprio quello il luogo della gloria e della manifestazione... Senza saperlo, con un pizzico di presunzione, si dicono disposti ad affrontare quel grumo consistente di violenza che si rovescerà sul Maestro e anche su di loro. I fatti, lo sappiamo, sono andati ben diversamente! Gesù tronca in modo netto con tutte queste aspirazioni a gradi e galloni e posti importanti: «Tra voi non è così». Se nella società le cose vanno in questo modo, nella comunità cristiana sono ben altri i criteri di funzionamento. Il posto d'onore è quello del servo. Chi vuole primeggiare si mette al servizio di tutti. Chi vuole emergere cerca di assicurare le mansioni meno gradite e meno in vista. Troppo duro? Troppo esigente? Ma non è questo, in fondo, quello che ha fatto Gesù? Egli non ha chiesto la vita dei suoi, ma ha offerto la sua. Non si è fatto servire (come faceva ogni maestro dell'epoca), ma si è messo al servizio di tutti... Strano Maestro, strano Messia, strano Figlio di Dio... da cui dovrebbe venir fuori una strana società, quella della Chiesa. Non corrispondente all'immagine delle altre società. Non appesantita dai giochi del potere. Non funestata dalla corsa alle onorificenze. Una fraternità contrassegnata dall'amore, dallo spirito di servizio, dalla generosità. Una fraternità resa limpida dalla disponibilità. Una fraternità che fa avvertire il profumo del vangelo. Saremo in grado di ritrovare questo profumo? Saremo in grado di diffonderlo? Corriamo un rischio alto, quello di diventare sale senza sapore, lievito che non fa levare la massa della pasta. Perché, senza il vangelo, quale Chiesa possiamo diventare? Servire nella Chiesa, servire il mondo perché abbia la salvezza del Signore: è il senso profondo della Giornata Missionaria che stiamo vivendo. |