Omelia (21-10-2012) |
padre Paul Devreux |
Commento su Marco 10,35-45 In questo vangelo vediamo che Giacomo e Giovanni si fanno avanti per chiedere i posti più importanti accanto a Gesù, quando entrerà nella sua gloria; pensando chiaramente ad una situazione gloriosa in questa vita. Mi sono domandato come osano avanzare questa richiesta, sapendo benissimo che gli altri discepoli si arrabbieranno? Forse si avvalgono del fatto che dopo Pietro e suo fratello Andrea, loro sono i primi ad avere seguito Gesù. Pietro ha già ricevuto un'investitura e ora temono che anche gli altri gli passino avanti. Praticamente fanno come noi, quando ci arrabbiamo se qualcuno non rispetta la fila e prova a superarci. La richiesta è quella che tutti i discepoli hanno nel cuore: diventare importanti. Ricordiamoci che hanno lasciato tutto per seguire Gesù e ora sanno che, salendo a Gerusalemme, vanno incontro a grosse difficoltà. Sono disposti a continuare a seguire Gesù e a soffrire con lui, ma vogliono essere sicuri che questo servirà a qualche cosa, che dopo le sofferenze ci sarà anche la risurrezione. Ragionano come noi oggi quando pensiamo che dopo la crisi ci sarà anche la ripresa, una risurrezione del mercato, o come chi è disposto a sottomettersi ad una operazione chirurgica, ma con la prospettiva poi di stare meglio. Gesù non li rimprovera per questa richiesta, anzi, li aiuta a manifestarla; dopo di che gli promette che il suo calice lo berranno e condivideranno anche il suo battesimo, ma non sta a lui decidere chi siederà ai suoi fianchi. Prima pensavo che questi discepoli avevano preso una bella fregatura, perché mi sembrava che gli veniva promesso di soffrire per niente! Ora capisco che in realtà Gesù gli promette che riusciranno a fare il massimo che un uomo può fare: Amare come Lui ci ha amato, vivendo la piena comunione con Dio; ma sto parlando di cose che neanche io capisco, e Gesù lo sa. Per questo poi torna al loro livello e gli spiega come fare per diventare grandi veramente. Non come diventare potenti e temuti, perché chi ottiene questo vive con il terrore di essere sopraffatto e eliminato, come ne abbiamo visti tanti di importanti in quest'ultimi anni. Gesù li invita a servire, semplicemente perché chi non serve, non serve; e di conseguenza viene dimenticato e rimane solo. Chi invece si dispone a servire la vita degli altri, poco importa come serve, viene apprezzato e amato, diventa importante ed è felice. Ricordiamoci che Gesù, oltre ad essere figlio di Dio e a farci della proposte cristiane e moralmente buone, è anche un uomo intelligente, che fa delle proposte valide anche per chi non è ne credente, ne cristiano; e questa forse è la più intelligente di tutte. |