Omelia (22-10-2012)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Efesini 2,10

Siamo opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo
Ef 2,10


Come vivere questa Parola?

Per due settimane la liturgia quotidiana ci propone la lettura della Lettera agli Efesini, una delle più attraenti ed influenti del corpus paolinum: ci affascina con la sua visione magnifica della chiesa universale nella quale ogni membro coopera all'unità secondo il dono di grazia che gli è stato concesso.

Con un lungo inno di benedizione (Ef 1,3-14) l'autore della lettera ci introduce alla contemplazione del mistero della storia della salvezza in cui il progetto eterno di Dio si rivela e si realizza, in Cristo e mediante lui, nella comunità cristiana destinataria di due preghiere d'intercessione da parte dell'apostolo (1,15-23; 3,14-21) e luogo di manifestazione del mystérion divino.

Tutti insieme, infatti, e ciascuno in particolare, siamo coinvolti in questa manifestazione della ricchezza della misericordia e dell'amore di Dio che trasforma i peccatori in santi, gli spiritualmente morti in spiritualmente vivi, salvati da quella fede che è dono di Dio. Perché siamo opera sua, creati in Figlio suo per compiere quelle opere buone che Dio da sempre ha personalizzato per il cammino di ogni sua creatura. Opere buone che ci accompagneranno a sedersi accanto al trono nei cieli - quel regalo che i fratelli Giacomo e Giovanni chiesero al loro Maestro come segno di potere e di prestigio (cf liturgia domenicale: Mc 10,35-40) e che invece ci mostra la straordinaria ricchezza della grazia di Dio elargita su tutti noi, figli adottivi ed eredi in Cristo Gesù, nostro capo, fratello e modello di santità. Con cui non si litiga per questioni di eredità e di tesori accumulati, ma ci si arricchisce presso Dio (cf Lc 12,13-21).

Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode; grande è la tua virtù, e la tua sapienza incalcolabile. E l'uomo vuole lodarti, una particella del tuo creato, che si porta attorno il suo destino mortale, che si porta attorno la prova del suo peccato... Sei tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, perché ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te. (s. Agostino, Confessioni I,1,1).

Beato Giovanni Paolo II (commemorazione liturgica):

«Che ne siamo coscienti o no, Dio ci ha creati perché ci ama e affinché lo amassimo a nostra volta. Ecco il perché dell'insopprimibile nostalgia di Dio che l'uomo porta nel cuore: "Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto" (Sal 27, 8)».