Omelia (24-10-2012) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Efesini 3,8-9 A me, che sono l'ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia: annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo e illuminare tutti sulla attuazione del mistero nascosto da secoli in Dio, creatore dell'universo Ef 3,8-9 Come vivere questa parola? Per la prima volta dopo il prescritto classico iniziale, l'autore della Lettera si auto-presenta e si qualifica: Paolo, il prigioniero di Cristo per voi pagani... (Ef 3,1). Spiega ai destinatari le ragioni del suo servizio a loro favore, anche se probabilmente ne hanno già sentito parlare: la rivelazione ha fatto conoscere il mistero per cui Dio aveva fatto di lui, il più piccolo, l'ultimo di tutti i santi, il ministro del vangelo ai gentili, che sono coeredi, membra dello stesso corpo e partecipi della promessa. Paolo è stato chiamato ad annunciare e ad illuminare: il ministero a cui è chiamato ogni fedele servitore della Chiesa, e nella Chiesa! Annunciare la ricchezza e la grandezza della grazia di Cristo, far risplendere il suo mistero ormai rivelato, affinché tutti le persone di buona volontà siano illuminate e possano, a loro volta, illuminare gli altri, accedere a Dio in piena fiducia (cf 3,12-13), senza timore, anche nelle tribolazioni e in qualsiasi momento. Il servitore infatti è pronto sempre a compiere il suo dovere, senza timore del padrone, a qualsiasi ora dovesse ritornare (cf Lc 12,39-48). Perché a chi fu dato molto, molto sarà chiesto - conclude Luca la parabola, raddoppiando addirittura l'espressione. Ma ad ognuno è stata concessa la grazia di Cristo, da cui abbondantemente possiamo attingere (cf Salmo responsoriale). Ti lodo, Signore, perché sei la mia salvezza; io avrò fiducia, non avrò timore, perché mia forza e mio canto sei tu, Signore, sorgente della mia salvezza (dal Salmo responsoriale ~ Is 12) La voce di un "servo della carità", dedito ai più piccoli: «Passare la vita facendo il bene è la consolazione più cara e la benedizione più eletta che il Signore concede ai suoi figli, perché fare la carità è farla a Dio di cui i poveri sono i figli prediletti» San Luigi Guanella |