Omelia (28-10-2012) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Matteo 10,46-49 BARTIMEO CHE ERA CIECO, sedeva LUNGO LA STRADA a mendicare (...) Cominciò a gridare: Gesù, Figlio di Davide, ABBI PIETA' DI ME. Molti lo rimproveravano perché tacesse ma egli gridava ancora più forte. Gesù si fermò e disse: "Chiamatelo!". Chiamarono il cieco dicendogli: "Coraggio, alzati, ti chiama!" Mt 10,46-49 Come vivere questa parola? Ogni volta che Gesù compie un miracolo, esplode, nella debolezza fragilità malattia umana, la meravigliosa forza guaritrice di Dio. Anche qui avviene la stessa cosa, a proposito del cieco mendicante di Gerico. C'è però da notare qualcosa di molto significativo. È presente una folla ostile al cieco. Le sue grida danno fastidio, ma egli non si dà per vinto, grida ancora più forte. Gesù chiede che lo chiamino. Ora la gente lo avvicina in ben altro modo. "Coraggio"- è la parola - e poi l'invito ad alzarsi, ad andare da Gesù che lo sta chiamando. Ecco, nei confronti di quel poveretto, prima che intervenga Gesù, l'approccio della gente è tutt'altro che benevolo. Dopo, al contrario, è all'insegna dell'incoraggiamento e di un invito che è già aiuto. Ecco, l'insegnamento è trasparente. Se c'è Gesù (la grande presenza del cuore di un credente) ci accorgiamo che Egli chiama tutti a sé, ad essere partecipi della sua amicizia. Desidera però spesso che noi siamo suoi collaboratori e strumenti per aiutare l'uomo d'oggi ad accorgersi che Gesù lo sta chiamando perché lo ama; aiutarlo ad alzarsi dal tedio o dall'angoscia o dall'attivismo in cui è caduto perdendo il senso della vita: questo è nostro compito, oggi. Signore, grazie! Tu non solo mi hai aperto gli occhi, ma desideri che io trovi modo d'aiutare altri. Con rispetto alla loro libertà, con discrezione e insieme amichevole ardire, fammi dire: "Coraggio, alzati, amico! Gesù ti aspetta e ti salva. La voce di un teologo Proprio l'essere apparentemente più inadatto, colui a cui nessuno avrebbe pensato (e lui meno di tutti), che forse già perseguiva piani del tutto opposti, diventa oggetto della chiamata. Hans Urs von Balthasar |