Omelia (27-10-2012)
Riccardo Ripoli
Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei?

Siamo rimasti tutti scandalizzati dalle immagini di Leonardo, il bambino tolto con la forza alla madre dalla polizia per essere inserito in una comunità per essere "preparato" per un ritorno con il padre.
Ecco, tutti ci scandalizziamo, ma cosa facciamo noi?
Facciamo molto peggio, lasciamo che bambini come Leonardo continuino a stare in famiglie che non li amano, li maltrattano, li fanno crescere in modo distorto. Certo, è più facile non vedere, non sentire, lasciare che un bambino resti dove sia, tanto se poi succederà qualcosa ci penseranno le istituzioni.
I bambini che non vengono aiutati saranno i delinquenti di domani, i genitori abusanti, gli stupidi che vagano per le città senza un lavoro vivendo di espedienti, magari saranno proprio quelli che violenteranno vostra figlia o vostra nipote.
Quando un tribunale emette un decreto per togliere il bambino alla sua famiglia significa che ci sono fatti oggettivi che hanno portato a tale decisione, significa che la cosa è necessaria e non rimandabile. Nel caso specifico i servizi sociali avevano provato diverse volte a portare via il bimbo con le buone maniere, ma la ferma e illegale opposizione della madre non lo aveva permesso. Non rimaneva alto da fare che prenderlo con la forza. Non è stato bello per lui, questo è certo, ma pensate a quanto male possa avergli fatto la sua famiglia per lungo tempo, non fosse altro insegnandogli che alla legge ci si oppone con la forza.
Ma sapete quanti bambini ci sono in Italia che sono in famiglie che li maltrattano? Si parla di oltre un milione di bimbi.
Leonardo è stato fortunato. Ha avuto l'attenzione del tribunale e dei servizi sociali, ha un padre che è pronto ad accoglierlo in seno alla sua famiglia, ha alle spalle un comune in grado di accollarsi la retta per una comunità.
Purtroppo in moltissimi casi, specie da Roma in giù, i comuni sono latitanti per evitare grane ed esborsi di denaro, le persone omertose che non segnalano i casi di abuso e le situazioni di dolore nei cuori dei bambini si moltiplicano all'infinito ripercuotendosi sulla nostra società.
Ci indigniamo per un caso risolto, seppur in modo burrascoso, ma non ci importa nulla degli altri novecentonovantanovemilanovecentonovantanove bambini che ora, mentre tu stai leggendo, sono vittime di pedofilia, sono picchiati dai loro stessi genitori, sono mandati a prostituirsi, spacciare o venduti a commercianti di schiavi o di organi.
Per loro non ci si indigna? Come mai?
Per ipocrisia. Perché tutto quello che appare ci tocca, seguiamo la corrente che i media ci indicano, ma in pochi vanno a scavare, a capire, a sollecitare risposte ed ancor meno sono disposti a rimboccarsi le maniche per fare qualcosa anche per uno solo di questi bimbi.
Ventidue milioni di famiglie in Italia, leviamo quelle che hanno problemi economici o sociali, consideriamo che di quel milione di bambini una buona parte non possono avere un aiuto dalle famiglie bensì dalle comunità, e vediamo che il problema dei ragazzi abbandonati a genitori che non li amano e non li rispettano potrebbe essere risolto in un attimo, avremmo più o meno una ventina di famiglie disponibili per ciascun bambino maltrattato. Risolveremmo in massima parte il problema della delinquenza, le mafie non avrebbero manovalanza, i pedofili rimarrebbero a bocca asciutta.
Invece cosa facciamo? Ci scandalizziamo in un caso in cui lo Stato interviene.
Ma siamo proprio dei grandissimi citrulli.