Omelia (01-11-2012)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Salmo 23 (24), 3-4

Chi salirà il monte del Signore
Chi starà nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non pronuncia menzogne.

Salmo 23 (24), 3-4


Come vivere questa Parola?

Quando salivano processionalmente a Gerusalemme per entrare nel tempio santo perché luogo sacro a Dio, gli Israeliti erano invitati a prendere coscienza di una realtà importante: vicino a Dio è chi vive una integrità morale, o almeno tende a viverla.

"Mani innocenti" significa dunque una relazionalità buona: il più possibile libera dalla volontà di piegare l'altro ai nostri progetti, di prevaricare su di lui.
"Cuore puro" è immagine eloquente di quello che sta dentro l'uomo; la nostra interiorità.

È lì, in quelle radici dell'essere che sono le nostre intenzioni che siamo veramente noi stessi. Se cerchiamo Dio con tutto il cuore (nella Bibbia significa proprio la parte profonda dell'uomo) noi viviamo una autenticità di sentimenti, di scelte, di rapporti, di tutto. Lungi da ogni menzogna la persona illimpidisce e fa luce, come diaspro al sole.

Signore, che io salga con Te il monte dei miei giorni e viva serena impegnandomi a piena rettitudini: nell'intenzionalità profonda del cuore e nella relazionalità con tutti. I santi hanno vissuto questo.

La voce di un commentatore.

I santi sono tutti quei cristiani che con fede, speranza e carità hanno vissuto nella semplicità e nella gioia la loro fedeltà a Cristo, e ora vivono felici tra le braccia del Padre.