Omelia (01-11-2012)
padre Paul Devreux


Oggi facciamo festa per tutti quei fratelli che si sono avvicinati a Dio durante la loro vita e che hanno provato a mettere anche in noi questo desiderio di comunione con il Signore.

Oggi tocca a noi. Siamo tutti chiamati alla santità, ed è bene che ci rendiamo conto che o saremo santi o non saremo affatto.

Per aiutarci a questo la Chiesa ci propone il vangelo delle beatitudini che Gesù ha vissuto e che ci propone come guida alla santità. Preghiamo perché nasca in tutti noi questo desiderio di crescere in una sempre maggior conoscenza e comunione con Dio.

Ma oggi siamo qui anche per ricordare i nostri cari defunti, e a domandarci se fanno parte dei salvati.

Giovanni, nell'Apocalisse, ne vede 144 mila. Diviso per 12 = 12 mila. Questo significa che i salvati sono mille per ogni tribù di Israele, vale a dire un'infinità, più un'altra moltitudine immensa proveniente da tutto il mondo. E tutti stanno in piedi davanti a Dio. Non seduti, né in ginocchio; stanno in piedi, come chi ha la dignità di figlio. Preghiamo perché i nostri cari ne facciano parte e domandiamo loro di pregare per noi, perché anche noi a questo siamo chiamati e questo è il nostro futuro, e da questo capiamo cosa è importante fare oggi: seguire Gesù.

Anche San Paolo afferma che siamo figli di Dio e che saremo molto di più; saremo in grado di vedere il Padre. Chi ha questa speranza la coltiva.

"Fatti santo" diceva a tutti uno che mi sembrava pazzerello. Ora capisco che matto è chi non gli da retta.

"Fatti santo".