Omelia (04-11-2012) |
Wilma Chasseur |
Dio è al primo posto? Oggi vediamo uno scriba che interroga Gesù, non per metterlo alla prova, ma per udire la sua risposta e alla fine lo loda apertamente ("hai detto bene Maestro"). Gesù lo assicura che non è lontano dal regno di Dio.
Lo scriba chiede quale sia il più grande comandamento della legge e Gesù risponde: "Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. Il secondo è: amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due dipende tutta la legge e i profeti". Così Gesù, con la sua risposta, ha risolto il problema del dottore della legge. Ma dove sta il problema? A noi non sembra un gran problema, ma per gli Ebrei lo era perché la legge l'avevano spezzettata in 613 comandamenti di cui 365 proibizioni e 248 precetti! Stabilire quale fosse il più importante era dunque un'impresa! Ma Gesù va dritto all'essenziale dicendo che i comandamenti più importanti sono solo due. Questi valgono più di tutti i 613 precetti, gli olocausti e i sacrifici. Ma come fare per mettere Dio al primo posto? Eccovi la risposta di un saggio maestro.
"In una calda sera di fine estate, un giovane si recò da un vecchio saggio: "Maestro, come posso essere sicuro che Dio è al primo posto nella mia vita?".
Mi portò da gente con doni di cui avevo bisogno; doni di guarigione, accettazione e gioia. Mi diedero i loro doni da portare con me lungo il viaggio. Il nostro viaggio, vale a dire, di Dio e mio. E ripartimmo. Mi disse: «Dai via i regali, sono bagagli in più, troppo peso». Così li regalai a persone che incontrammo, e trovai che nel regalare ero io a ricevere, e il nostro fardello era comunque leggero. Dapprima non mi fidavo di lui, al comando della mia vita. Pensavo che l'avrebbe condotta al disastro. Ma lui conosceva i segreti della bicicletta, sapeva come farla inclinare per affrontare gli angoli stretti, saltare per superare luoghi pieni di rocce, volare per abbreviare passaggi paurosi. E io sto imparando a star zitto e pedalare. E quando sono certo di non farcela più ad andare avanti, lui si limita a sorridere e dice: «Non ti preoccupare, guido io, tu pedala!»". |