Omelia (01-11-2012) |
don Giovanni Berti |
Beati perché poveri contro le povertà Clicca qui per la vignetta della settimana. Simone e Clara, 37 anni lui e 33 lei, sono sposati da 8 anni, e ora hanno due bambini di 4 e 2 anni, Francesco e Noemi. Stanno partendo per il Messico, non per una vacanza, ma per andare a vivere in mezzo ai poveri in uno dei quartieri più poveri di Città del Messico, San Miguel Teotongo, come volontari missionari dell'Opera "Don Guanella". Per fare questo entrambi lasciano il lavoro e la casa insieme al loro contesto famigliare e di amici. La storia di questa giovane famiglia, i Massa Pinto di Valbrona (Como), è per me un esempio molto concreto e attuale di quella prima frase del famoso discorso della montagna che troviamo nel Vangelo di Matteo: "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli..." Gesù pronuncia solennemente queste parole, sedendo su un monte e con attorno i discepoli. Matteo vuol farci vedere Gesù come il nuovo Mosè con una nuova legge. Mosè dal monte Oreb pronuncia i dieci comandamenti ricevuti da Dio, qui Gesù annuncia la nuova legge del Regno, che non azzera quella precedente di Mosè ma ne rinnova il senso. Non più una legge fatta di divieti e prescrizioni, ma una legge fatta di proposte di vita e di doni da parte di Dio. Beati i poveri di spirito. Espressione davvero strana ad alto rischio di fraintendimento. La frase la può capire solo chi conosce bene Gesù e chi gli è amico. Gesù non esalta la povertà materiale e tanto meno la povertà spirituale. Gesù fa di tutto per eliminare le povertà che incontra, anche a rischio di mettersi contro i capi del popolo ed esser tacciato di blasfemia. Guarisce di sabato, si fa toccare da lebbrosi e peccatrici, non risparmia di metter in luce le ipocrisie (povertà spirituali) anche dei capi religiosi del suo tempo. Gesù chiama beati coloro che per lo spirito si fanno poveri, e il primo è proprio lui. Lui si è impoverito prima di tutto della sua condizione divina per prendere pienamente la fragile e limitata condizione umana. Lo ha fatto perché solo così poteva amare faccia a faccia l'umanità, specialmente quando questa era impoverita e privata anche della dignità umana. Gesù si fa povero per arricchire noi. Lui è il primo "povero per lo spirito", e con lui ci sono anche i suoi discepoli e tutti coloro che vogliono essere come lui. L'affermazione di Gesù "Beati i poveri di (nello) spirito" è legata a "... perché di essi è il regno dei cieli". Gesù si è fatto povero e in questo modo il regno dei cieli è sceso sulla terra. L'espressione "regno dei cieli" indica la presenza di Dio sulla terra dove i regni degli uomini spesso naufragano nella ricerca del potere e ricchezza, nelle divisioni e guerre. Chi si fa povero per amore e per combattere le povertà, diventa uno dei primi sostenitori del regno di Dio, e fa mi modo che sempre più il cielo scenda sulla terra. Questa famiglia della provincia di Como che parte per il Messico, non è composta da persone perfette e che hanno terminato il loro cammino di crescita, ma hanno il merito di farci vedere che non bisogna aspettare la fine del mondo perché un po' del regno dei cieli scenda sulla terra. Simone e Clara con Francesco e Noemi ci testimoniano con il loro coraggio che la beatitudine del Vangelo è possibile viverla anche oggi. Magari non siamo tutti chiamati a fare scelte così estreme e forti, ma è importante che ci crediamo veramente. E' fondamentale sentire che la strada della beatitudine sulla terra passa proprio dal farsi attenti alle povertà e anche dal farsi un po' più poveri per arrivare a condividere. Così il regno dei cieli anche attraverso le nostre piccole scelte quotidiane scende in terra. E siamo così anche noi beati, già qui e ora, senza aspettare la proclamazione post-mortem e l'onore degli altari... Clicca qui per lasciare un commento |