Tu non sei lontano dal regno di Dio
Il brano del Vangelo offerto dalla liturgia di oggi ci è così noto che rischia di essere preso sotto gamba, invece può diventare occasione preziosa per andare al centro della nostra vita cristiana e per far emergere elementi preziosi della Parola, "tesoro nascosto e fonte di acqua viva per il nostro cammino".
Gesù si trova a Gerusalemme e la sua situazione si fa sempre più drammatica. La sua autorità è messa in discussione (Mc 11,28), la sua competenza su aspetti diversi (rapporto con l'oppressore romano e il pagamento delle tasse, la vita dopo morte, ecc..) è messa a dura prova dai diversi gruppi di potere politico e religioso o forze predominanti (Farisei, Erodiani, Saduccei, Scribi...). In questo contesto si inserisce il brano di oggi e la domanda dello scriba che sembra innocua, ma che in verità tocca un'area di discussione e di conflitto tra i diversi gruppi, dibattito che era un punto di ricerca vitale tra gli esperti della legge: "nella selva della precettistica era necessario trovare un criterio di unità, un comandamento o meglio un principio fondamentale che sintetizzasse tutta la legge" (Barbaglio). Cos'è che tiene insieme la Legge (i famosi 613 precetti, le 248 cose da fare e le 365 cose da evitare? E' l'osservanza del Sabato? Le celebrazioni al Tempio con i sacrifici? O altro... ogni scuola aveva la sua teoria!!. Gesù dà una risposta mettendo insieme due passi dell'Antico Testamento: Dt 6,4 (la prima lettura di oggi) l'Amore a Dio e Lv 19,18 l'Amore al prossimo. Sono le due tavole dei 10 comandamenti (come ci dice pure il Catechismo della Chiesa Cattolica): sono il centro della nostra fede e la motivazione del nostro operare come è stato per tanti Cristiani nei secoli, per tanti Santi e Sante della Chiesa. Penso alla nostra fondatrice S.Maddalena di Canossa. Pur giovane, a 24 anni nel suo primo scritto o bozza di fondazione (1799) propone che il primo gruppo distinto di uomini e donne vivesse in concreto i due precetti della carità dando una risposta vera alle necessità del tempo a Verona, con il catechismo, l'educazione, l'assistenza agli ammalati ispirati dall'esempio di Cristo.
La novità evangelica è, per Barbaglio, nell'assicurare, Gesù allo scriba, di non essere lontano dal Regno di Dio. Lo scriba passa così dal livello morale all'esperienza di amore, l'incontro con Cristo "è la nuova possibilità offerta all'uomo qui e ora nell'incontro con Colui che rende visibile e accessibile l'amore di Dio. In Gesù amare Dio e il prossimo è un dono, un dinamismo immesso in colui che si apre alla fede" (Barbaglio). L' Amore a Dio è totale perché è risposta d'amore che nasce dalla coscienza di essere stato amato da Dio in modo unico e concreto come gli Israeliti hanno sperimentato nella liberazione dall'Egitto e lo richiamano nella preghiera quotidiana dello "Shemà". E' amore di un rapporto vero e vivo che si esprime in osservanza della Legge.
I due comandamenti non possono essere separati come ci dice Giovanni nella prima lettera 1Gv 4,20 "Se uno dicesse ‘Io amo Dio' e odiasse il fratello e un mentitore..." E' amore che motiva la vita, le scelte e l'azione del Cristiano, altrimenti ci dice Paolo (1Cor 13,3) "...se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi la Carità, niente mi giova"...
Nello stesso tempo sono comandamenti dell'amore perché non solo sono frutto di Rivelazione, ma richiedono amore vero, impegno concreto, dedicazione, dono di noi stessi. E. Fromm nel vecchio libro del 1954 "Art of loving" (L'arte di amare) parla di "permanent state of being in love" (permanente stato di innamoramento); mentre il famoso libro "The road less travelled" M. Scott Beck dice: "Love is not a feeling, love is a commitment" (l'amore non è sentimento, l'amore è un impegno). Come dico spesso alle giovani coppie: è facile innamorarsi "to fall in love", ma è difficile "to stand in love, to live in love" (rimanere nell'amore, vivere nell'amore). Questa è una grossa sfida non solo per le giovani coppie, ma per ogni cristiano.
Quando stavo partendo per la missione nelle Filippine 26 anni fa ho chiesto a un giovane chierico filippino presente in Italia che cosa dovevo portare con me che poteva essere utile per la missione (io pensavo a libri, programmi, ecc...) e lui invece mi ha risposto: "Vengo da un paese in Samar che non ha strade, elettricità e acqua potabile; lì c'è bisogno di tutto, ma quello che devi portare è il tuo amore". Questa frase mi è rimasta come guida in tutti questi anni. Certo dalla mia esperienza qui in una parrocchia grossa a Tondo di essere una presenza di amore specie tra i poveri, ragazzi e giovani non è facile, ma chiama a rompere schemi, tempi, piani di lavoro, richiede di avere pazienza, saper ascoltare o dare attenzione a chi vorresti evitare, domanda di essere generoso nell'amore anche quando non puoi dare o soddisfare le loro richieste.
L'originalità del Vangelo, come si diceva sopra, è che Gesù rimane sempre il miglior esempio di incarnazione dei due precetti d'amore. Da quella risposta del Signore allo scriba tutti sono rimasti senza parole, ma certamente con tanto da fare!! Quello che Gesù dice: "non sei lontano dal regno di Dio" vale anche per noi: abbiamo ancora tanto da fare per amare come Lui!
La riflessione sul Vangelo di domenica 4 Novembre (Marco 12, 28-34), XXXI del Tempo Ordinario anno B, è di padre Carlo Bittante, missionario canossiano nelle Filippine.
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