Omelia (02-11-2012) |
Riccardo Ripoli |
Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli... L'uomo non è cattivo né egoista di natura, ma nel corso del tempo si assiste ad una forma di inacidimento, di chiusura verso il prossimo, di opportunismo di egoismo allo stato puro. Ognuno sembra muoversi per il proprio interesse personale, ciascuno guarda al suo orticello, in pochi si staccano dai loro interessi per fare quelli di qualcun altro, a meno che non abbiano un proprio tornaconto personale. Ma dentro l'anima non siamo così, dobbiamo solo trovare la forza di uscire dal bozzolo e cominciare a guardare il mondo con altri occhi, accorgersi che esistono altre persone oltre a noi e ai nostri cari, gente che gravita da sempre attorno a noi, il vicino di casa, il povero che chiede l'elemosina vicino al nostro posto di lavoro, l'anziana che cammina con fatica ed è sempre sola, il bambino che pulisce i vetri al semaforo, il collega che è sempre triste e arrabbiato. Ognuno di loro ha bisogno di noi, a volte nemmeno lo sa. Proponiamoci, non aspettiamo che siano gli altri a chiedere, andiamo incontro all'altro ed allora gli altri verranno incontro a noi. Mi capita spesso con l'Associazione di chiedere favori, merce, denaro per i miei ragazzi, per le nostre attività. Stimolando le persone a far del bene ci accorgiamo quanto amore ci sia in ognuno, ma se non chiediamo, se non ci proponiamo in pochi si rivolgono a noi per darci una mano. Questo significa che l'uomo fondamentalmente è buono, ha solo bisogno di essere stimolato, a volte punzecchiato. Il dialogo permette questo scambio di amore, fa sì che emerga la parte buona di noi. Il Vangelo ci aiuta a capire come fare, cosa sia giusto intraprendere, quale strada seguire. |