Omelia (06-11-2012) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Filippesi 2,5.7 Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Fil 2,5.7 Come vivere questa Parola? A mostrarci, incarnate in lui, le esigenze dell'amore è, quest'oggi, Gesù stesso. Nel suo essere Dio, avrebbe benissimo potuto far scendere su di noi, con benevola condiscendenza ma salvaguardando la propria dignità, le sue benedizioni e il suo aiuto. Sarebbe stato comunque un dono gratuito da apprezzare e accogliere con umile riconoscenza. Ma è proprio dell'amore abolire le distanze, fare spazio in sé perché l'altro possa dimorarvi senza sentirsi allo stretto e stabilire rapporti di reciprocità. Ed ecco Dio "svuotarsi" fino ad assumere la condizione di servo, in tutto simile all'uomo. Un abbassamento che non riusciremo mai a scandagliare fino in fondo: ne resteremmo sconvolti, beneficamente sconvolti! Ma finché non tenteremo di inoltrarci in questo mistero di annientamento volontario non capiremo la portata di quelle parole che ripetiamo con tanta leggerezza: Dio è amore, Dio mi ama! E l'amore resterà sempre per noi un mondo inesplorato di cui restiamo ai margini cercando di sostituirlo con surrogati che non appagano, anzi sviliscono e gettano in un'esistenza priva di senso. Mi chiederò quest'oggi: quanto vuoto faccio in me perché l'altro possa abitarlo? Fammi assaporare, almeno un poco, Signore, quel tuo svuotarti per condividere la mia situazione di precarietà fragilità incertezza, così da farti sentire vicino, veramente fratello amico e compagno di viaggio. Potrò così, non ripetere meccanicamente che tu mi ami, ma percepirlo nell'alito della tua vicinanza. La voce di una carmelitana del XIX/XX sec Dinanzi agli abbassamenti del Verbo, il nostro povero intelletto si smarrisce e altro non sa fare che abbassarsi, adorare, fra tanta luce emanante dal Mistero. Madre Maria Candida dell'Eucaristia |