Omelia (11-11-2012) |
Wilma Chasseur |
Dio rompe gli specchi Nel Vangelo di oggi vediamo due atteggiamenti chiave di Gesù: osserva e sottolinea.
Ai tempi di Gesù, nel tempio, c'era il cortile delle donne e 13 cassette con apertura a forma di tromba dove gettare offerte volontarie per il tempio. Gesù osservava gli scribi che gettavano, ostentando, laute offerte nelle cassette. Era tutta una cerimonia perché poi venivano segnalati al sovrintendente al tesoro ed era l'occasione tanto attesa per ricevere un riconoscimento pubblico ed essere introdotti al banchetto quali invitati d'onore. E tutti notavano quei gran personaggi bardati e impettiti. Mentre nessuno badava a una povera vedova che si avvicina anche lei per fare l'offerta. Solo Gesù la vede, la loda, sottolinea il gesto e la addita a modello ai discepoli riuniti. Gesù non teme di sottolineare il bene fatto: domenica scorsa lodava un dottore della legge ("non sei lontano dal regno di Dio") e tante altre volte approva il comportamento retto. Questo è il modo migliore per incoraggiare a continuare a farlo. Prendiamo esempio. Abbiamo appena celebrato la festa dei Santi e la più bella definizione di cosa essi siano, l'ha data un bambino del catechismo al suo parroco che gli chiedeva chi erano per lui i Santi: "Sono quelli che lasciano passare la luce". Bellissimo! Invece noi, quando facciamo come gli scribi compiacendoci in noi stessi, invece di essere vetro, siamo specchio. Per lasciar passare la luce dobbiamo essere vetro non specchio che rimanda solo la propria immagine e non quella di Dio. Ma il Signore, se ci vuole bene, romperà tutti gli specchi che noi cercheremo di rabberciare ogni volta, finché diventeremo vetro trasparente che rimanda la luce di Dio. Ecco a cosa servono le sconfitte e i fallimenti: a guardare oltre noi stessi. Nella vittoria c'è sempre qualche autocompiacimento, nella sconfitta no! Lì il nostro io viene liquidato e... non potendo ammirare se stesso, guarda Dio. |