Omelia (11-11-2012) |
don Luigi Trapelli |
L'essenziale è invisibile agli occhi I brani del Vangelo e della prima lettura, ci presentano la figura di due vedove che si aprono all'azione di Dio. Compiono gesti significativi. La vedova di Zarepta offre al profeta Elia tutto ciò che possiede. La vedova del Vangelo getta nella cassetta delle elemosine tutto ciò che ha. Gesù osserva gli scribi e nota la loro vanità, la loro ipocrisia. Pregano, passeggiano in fianco al tempio, solo per farsi notare dagli altri ed essere riveriti. Essi, poi, divorano le case delle vedove e pongono imposte al tempio alle persone più povere. E' il problema di sempre: vengono tassate le persone che hanno di meno perché non possono reagire, non contano. Gesù osserva le persone che salgono al tempio. Vede dei ricchi che gettano molte monete nella cassa. Vede anche una vedova che getta due spiccioli, una miseria. Ma Gesù sa che questa vedova ha dato tutto quello che aveva, mentre gli altri hanno offerto il superfluo. Ha dato tutto ciò che aveva per vivere. Non sappiamo nulla della sorte di questa vedova. Avrà trovato i soldi per vivere, sarà diventata ricca, non lo potremo sapere. Ma il suo gesto segreto è un grande segno per tutti. Gesù lo ha visto ed ora tutti si ricordano di questa povera vedova che ha gettato tutti i suoi averi in quella cassa del tempio. Vediamo due atteggiamenti esattamente opposti. Da una parte le persone ricche che vivono con formalismo e compiacimento la propria fede, il proprio dare. Dall'altra la scelta del nascondimento vissuto nel profondo del cuore. Tra questi due argini, troviamo anche il nostro modo di venire in Chiesa, di pregare, di comprendere la fede. In fondo questa vedova ci è anche simpatica, ma noi staremmo qui per ore a chiederci perché non ha tenuto qualcosa per se. O perché non è stata "furba" secondo i canoni tanto di moda oggi. Ha donato tutto, ma non tanto e solo per i fratelli, ma per Dio. Dare la vita a Dio a partire dai piccoli gesti. E' dare importanza alla preghiera vissuta nella semplicità e nel buio di una Chiesa. E' pregare nell'assemblea festante domenicale rendendo lode a Dio per i suoi doni. E' dare tempo alle persone ma non tanto di quantità, ma di qualità, di spessore. E' l'attesa della persona che si ama. E' l'ascolto autentico di una persona. Oggi vorremmo i risultati immediati nella società e nella Chiesa. Gesù ci propone non un modello vincente in grado di alzare il nostro share quotidiano. Ci offre l'immagine di una povera vedova che, con il suo bastone, curva su se stessa, offre la sua vita a Dio. Una parrocchia che mette al centro le vedove, i bambini, e tutti coloro che sono ai margini. Noi assetati di protagonismo, di voglia di emergere e primeggiare, ci scontriamo con questa figura. La semplicità di un gesto vissuto nel silenzio è apprezzato da Dio. Dio ci sconvolge non con eventi straordinari, ma nella piccolezza del quotidiano. L'essenziale è invisibile agli occhi. Ciò che conta realmente è quello che noi spesse volte facciamo fatica a vedere. |