Omelia (18-11-2012) |
don Luciano Cantini |
La tenerezza del germoglio Le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte Il genere letterario apocalittico sembra essere lontanissimo dalla nostra cultura moderna, improntata com'è al progresso, lo sviluppo... sembra che non ci siano limiti alla scienza che riesce a scandagliare fino alle radici profonde della vita, a prolungarla, a renderla agevole. Forse la letteratura Fantasy di questa nostra postmodernità si avvicina con un stile alquanto mitologico alle manifestazioni celesti della apocalittica. Ma la caratteristica vera della apocalittica è quella di interpretare la fine delle cose, i tempi ultimi. L'uomo viveva con il senso della provvisorietà mentre oggi l'aspirazione è quella della stabilità, della definitività. I tempi recenti, la crisi economica mondiale, il terrorismo diffuso, la precarietà del lavoro, la meteorologia alterata, i movimenti tellurici sembrano riportare alla attenzione delle coscienze il senso del provvisorio. Provvisorio è l'ambiente in cui viviamo, provvisoria è la nostra stessa vita, come provvisoria è l'umanità e i poteri che la animano. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Ogni religione ha cercato forza sui timori degli uomini: il giudizio, la condanna... Anche i poteri politici ed economici usano la tecnica della paura per mantenere se stessi. Ma Gesù è venuto a portare un Vangelo, una Notizia Buona. Lui è la buona notizia e verrà sulle nubi. La nube è il luogo della manifestazione del divino, ma anche del suo nascondimento, ci racconta il suo mistero. Gesù verrà "sulle" nubi nella pienezza della rivelazione per portare a compimento il Regno. Quel regno che è già in mezzo a noi, così come lo è il Cristo, fino alla consumazione del mondo (Mt 28,20). Il regno è già dentro di noi, in questa nostra storia. Dalla pianta di fico imparate la parabola Ecco, dobbiamo imparare ad osservare, a leggere i segni dei tempi. Non sono le catastrofi o i fatti eclatanti, ma il semplice intenerirsi del ramo e il timido spuntare delle gemme. Non abbiamo necessità di scrutare il futuro, ma discernere il presente, comprenderne il senso, scoprine la vitalità, cogliere l'eternità presente, la resurrezione in atto. La parola del vangelo è guardare per scoprire i segni di quello che sta cominciando, non di quello che termina. è la differenza tra la buona e la cattiva notizia. Questa è la fede, capace di guardare, discernere e muovere la storia. E non siamo soli perché sappiamo che egli è vicino, è alle porte. Dobbiamo amare la terra e la sua storia e abitarla diversamente con speranza e forza illuminati dalla Parola. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. La sua Parola è per sempre, ascoltarla e vivere e come costruire una casa sulla roccia (Mt 7,21-27) e non ci saranno eventi apocalittici che potranno distruggerla. |