Omelia (25-11-2012)
Riccardo Ripoli
La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me

Quante volte davanti alle ingiustizie ci siamo lavati le mani come ha fatto Ponzio Pilato?
Quante volte abbiamo visto un barbone per la strada dormire sotto i cartoni ed abbiamo detto "qualcuno ci penserà, non è affar mio"
Quante volte abbiamo saputo di un bambino in una brutta situazione ed abbiamo detto "lo prenda un'altra famiglia, non la mia"
Quante volte abbiamo visto qualcuno soffrire e non lo abbiamo aiutato dicendo che non è affar nostro?
Basterebbe che ognuno di noi si preoccupasse di una sola persona povera o abbandonata per cambiare la sua vita ed il mondo che ci circonda.
"Non è affar mio" ed allora chi si dovrebbe occupare dei bambini abbandonati, dei poveri, degli emarginati?
Lo stato? Ma chi è lo stato se non noi? Allora che se ne occupino le istituzioni, ma con quali soldi se già a stento funzionano ospedali, scuole ed uffici pubblici? Siete disposti a farvi raddoppiare le tasse per aiutare chi soffre? Ma non è una questione di soldi, è una questione di cuore, di amore. Un bambino che è stato picchiato dalla sua mamma, violentato dal suo papà, denutrito da quando è nato, un bambino che ha visto la sorella prostituirsi nel letto vicino al suo tutte le sere, che ha visto i drogati entrare in casa sua per comprare una dose, secondo voi ha bisogno dei vostri soldi o di quelli dello stato? Ha bisogno di una struttura che lo accolga, diventi un numero ed una volta raggiunta una certa età, spesso i quattordici anni, venga mandato via, che viva sempre con il pensiero che possa essere abbandonato, che non abbia punti di riferimento perché gli educatori che nella struttura interagiscono con lui lo fanno per lavoro e come ogni mestiere hanno orari, ferie, licenziamenti, opportunità migliori per le quali andarsene.
Ma secondo voi come può crescere un bambino in tal modo?
Di cosa hanno bisogno i vostri figli? Li mandereste in una struttura del genere? Le comunità educative devono esserci perché ci sono ragazzi troppo difficili da poter essere inseriti in una famiglia, ma ci sono migliaia di bambini, oltre un milione nella nostra bella Italia, che hanno bisogno del cuore di una mamma e di un papà "puliti". Due genitori che amino quel bimbo come loro stessi. A noi è andata così. Noi ci hanno amato, ci hanno accudito, ci hanno educato. Ma se fossimo nati per la strada? Se fossimo nati in una famiglia disgraziata quale sarebbe stato il nostro desiderio più grande? Quale il nostro sogno? Avere una famiglia che ci amasse.
Ecco, questo è il loro sogno, il loro desiderio. E' così difficile da realizzare? Per loro si, ma per voi assolutamente no. Aprite il vostro cuore ad un bambino in affido, date loro quell'amore che vi è stato donato da piccoli, offritegli quel calore che vorreste fosse elargito ai vostri figli se per qualche motivo voi non foste più in grado di dargli.
L'augurio più bello che posso farvi è quello che possiate sporcarvi le mani per aiutare qualcuno, ma non dandogli un euro per tacitare la vostra coscienza, ma donandogli il vostro amore.
Prendere un bambino in affidamento, accogliere un fanciullo nella propria casa non è difficile.
Noi siamo a vostra disposizione e scommettiamo su di voi. Chi dice "non ho le capacità" è un bischero. Tutti noi abbiamo la capacità di fare qualsiasi cosa, basta volerlo, basta non aver paura della strada spesso in salita.
Chi si incamminerà verso l'aiuto per il prossimo, specie per un bambino, avrà l'appoggio del Signore e riceverà tanto di quell'amore da quel ragazzo che il cuore vi scoppierà dalla gioia e direte a voi stessi "... lo avessi fatto prima".
Non lavatevi le mani anche voi come fanno in tanti.
Lasciatevi coinvolgere dall'amore e ne riceverete in cambio molto più di quello che mai avreste potuto sperare.