Omelia (21-11-2012) |
Riccardo Ripoli |
Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci mine E' sotto gli occhi di tutti che quando nasciamo abbiamo delle potenzialità e delle capacità, chi più chi meno, chi un ambito e chi in un altro. La vita per chi non ha Fede, il Signore per chi crede, ci dona un credito, ci firma un foglio in bianco nel quale siamo noi a dover scrivere la nostra storia ed il nostro futuro. Quali i mezzi che ci fornisce? I talenti con i quali nasciamo e la capacità di sfruttarli nel migliore dei modi. Se utilizzare questi doni e come farlo è una nostra libera scelta, non ci sono opposizioni o coercizioni ma solo un avvertimento, lo stesso che ogni padre dovrebbe fare al proprio figlio, se sprechi la tua vita, il futuro sarà difficile da affrontare. Quando mostro qualcosa ad uno dei ragazzi e mi dice "non ci riesco" ancor prima di iniziare ci resto malissimo perché penso che ognuno di noi, con maggiore o minor fatica, possa riuscire a fare tutto se solo lo vuole. Le potenzialità che ci sono state donate ci permettono di affrontare ogni situazione e migliorare la nostra vita e quella degli altri se solo lo vogliamo. Ci saranno persone che useranno ogni loro risorsa fino allo spasimo, rinunciando anche al proprio piacere. Alcuni di essi riusciranno a fare cento, altri cinquanta, altri venti, ma ognuno di loro avrà fatto la cosa giusta, indipendentemente dal risultato, ovvero avrà dato il massimo delle sue capacità. Riuscire o non riuscire nella vita non è cosa importante, fondamentale invece è mettere tutto l'impegno possibile nel realizzare ciò che ci sembra giusto. Purtroppo ci sono persone che rinunciano alla fatica di cimentarsi in qualunque tipo di impresa e quando lo fanno, costretti dalla noia o dai casi della vita, non riescono bene e, quando non fanno danni, il risultato è restare al palo. Quante persone ho conosciuto che per paura di sbagliare non hanno mai intrapreso un'attività, non hanno proseguito negli studi, non hanno affrontato una discussione, non hanno preso le loro responsabilità. Si troveranno nel futuro con un sacchetto pieno di niente, creeranno il vuoto dentro e attorno a loro e se avranno amici saranno rapporti basati sull'apparenza, falsi e certamente non duraturi per l'incapacità di costruire. Ai miei ragazzi dico sempre che in questo periodo della loro vita da adolescenti è cose se fossero in palestra, hanno una vita facile, con nessuna preoccupazione, hanno una casa, da mangiare, vestiti puliti da indossare tutte le mattine, due genitori che li amano nonostante i loro errori e li consigliano. Loro compito, oggi, è quello di allenarsi e gettare le basi per il loro futuro. Se faranno un buon lavoro avranno una vita piena di soddisfazioni, ma se già adesso rinunciassero ad affrontare la realtà, ad investire i talenti che Dio ha donato loro si troverebbero nel futuro su una strada in salita irta di difficoltà e con poche forze per affrontare i problemi che la vita porrà loro davanti. Gesù ci avverte ed è come se dicesse "Usate i talenti che vi ho dato, andate nella direzione che ritenete più opportuna tenendo presenti le regole di solidarietà che vi ho già indicato, fate fruttare le doti che vi ho donato nel migliore dei modi, non importa se produrrete tanto o poco, l'importante è che ci mettiate impegno e coraggio nell'affrontare la vita, che non vi lasciate scoraggiare o impaurire. Ed allora sarà festa grande quando i vostri giorni su questa terra saranno terminati". I professori delle medie di una delle mie bimbe ci dissero che l'avrebbero bocciata perché non aveva raggiunto il livello minimo. Riconoscevano un certo impegno nel fare la lezione, ma non bastava. Parlammo con la bimba che da quel giorno raschiò il fondo del barile. Dopo un mese i professori ci chiamarono per dirci che erano rimasti meravigliati nel vedere il miglioramento della nostra bimba, che non capivano dove avesse preso la forza di uscire da quella situazione e, pur ritenendo la sua preparazione non proprio al top, avevano deciso di promuoverla per premiare quella sua grande forza di volontà e la fatica che aveva fatto per raggiungere un posto al sole. Oggi Rebeka è una ragazza in gamba, frequenta con grande profitto la quarta superiore senza mai essere stata bocciata e sa trovare dentro di se le risorse per affrontare ogni situazione avversa che le si presenta davanti. Quel momento in terza media è stato un premio alla sua forza, un diplomino sul quale era scritto "se vuoi ce la puoi fare, ma devi volerlo con tutte le tue forze". |