Omelia (26-11-2012) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Apocalisse 14,2-3 "Udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque e come un rimbombo di forte tuono. La voce che udii era come quella di suonatori di arpa che si accompagnano nel canto con le loro arpe. Essi cantavano un canto nuovo" Ap 14,2-3 Come vivere questa Parola? Sono gli ultimi giorni dell'anno liturgico e questo testo ci aiuta a viverlo entrando nella ricchezza di significazioni che provocano positivamente la nostra vita. Lo scrittore sacro accenna a una voce che viene dal cielo e ne esprime la potenza con quella dell'irrompere d'acque in grandi cascate e al fragore del tuono. Interessante notare che a queste immagini di forza seguono altre dolcissimi: quelle di suonatori di cetra e di gente che effonde la propria letizia in un canto nuovo, del tutto inedito. Ecco: quel che ci interessa accogliere è il tentativo dell'autore di esprimere una bellezza che pervade anche i sensi (la vista, l'udito) e che risponde alle attese profonde del cuore: il bisogno di ciò che nella sua forza rassicura e nello stesso tempo la sete di ciò che consola incoraggia con dolce, soavissimo amore. Ma poi tutto converge a quel canto nuovo davanti al trono di Dio. E che significa il canto nuovo che solo i redenti della terra (quanti hanno vissuto bene) sanno capire? Il canto novo è quella novità di vita di cui più volte parla il Nuovo Testamento. Sì, il testimone di Cristo oggi vive la novità di una proposta che volta del tutto le spalle a quella del tornaconto dello squattrinare ad ogni costo, dello spasimare per tutto ciò che "appare". Cantare la vita è possibile, è bello; è - per grazia di Dio - una sfida anche nei momenti difficili e dolorosi. Si tratta però di cantare alla sequela di Gesù, vincitore del male e sovrano di ogni bontà che mi induce a chiedergli: "Signore dammi un cuore colmo di fiducia perché io canti la mia vita con te, nel dono di me, al servizio di fratelli e sorelle". La voce di un Presidente della Polonia In questo mondo dove mancano la speranza e la fiducia, una persona vigorosa spiritualmente come Wojtyla è riuscita ad offrire la sicurezza ricercata. Lech Walesa |