Omelia (29-11-2012) |
Riccardo Ripoli |
Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina Vi è mai capitato di mettervi a sedere, rannicchiarvi come nel ventre della mamma in cerca di protezione, mettere la testa fra le gambe e le mani sui capelli, aver voglia di piangere ma essere talmente stanchi e spossati da non farcela nemmeno a sfogarsi. Chi viene in vostro aiuto quando siete in questi momenti? Nessuno vi può consolare, spesso non lasciate avvicinare nessuno chiusi nel vostro dolore e non vorreste nemmeno che qualcuno vi vedesse in quello stato. Eppure Qualcuno che rompe le nostre difese c'è. Immaginatevi di essere in una stanza e non volere che passi il freddo e chiudiate così ogni finestra ed ogni porta, ma un refolo di vento, un sospiro d'aria riuscirà sempre a passare. Non è dannoso, anzi ossigena l'ambiente, ci dona il respiro. Dio fa così con noi. Quando ci chiudiamo in noi stessi, quando impediamo a tutti di penetrare nei nostri cuori, il Signore si avvicina e ci accarezza l'anima dandoci la forza di reagire. Un passo della Bibbia che trovo bellissimo è quello in cui Elia stremato si sedette sotto un ginepro, augurandosi di morire. Mentre dormiva, un angelo lo toccò e disse "Alzati e mangia". Egli si guardò attorno e trovò vicino alla sua testa, un pane abbrustolito e una brocca d'acqua. Mangiò e bevve. Quando si addormentò di nuovo, l'angelo ritornò e disse " Su! Mangia, perché è troppo lungo per te il cammino". Allora Elia mangiò e bevve e, per la forza ottenuta da questo pasto, camminò per quaranta giorni e quaranta notti. Non sempre riusciamo a sentire questa forza, ma il Signore che ci ama come figli insiste e fino al nostro ultimo respiro ci donerà tutto il Suo amore. Così è per i miei ragazzi, non c'è giorno che non li ricordi nelle mie preghiere, non perdo un momento per cercare di dar loro forza per andare avanti, per sostenerli nelle loro afflizioni, per far loro capire che gli voglio bene nonostante i problemi che possono dare. E non smetto mai, nemmeno quando vanno via, nemmeno se si allontanano e per anni non li vedo più. Se lo faccio io con i miei figli in affidamento, a maggior ragione lo fa un buon padre con i propri figli e certamente il Signore che è il Padre Perfetto. Ieri sera mi ha telefonato uno dei miei ragazzi, ha 27 anni ed è uscito da casa nostra a 18 per inseguire la chimera della famiglia perfetta, ma ben presto si è reso conto della realtà e le difficoltà da affrontare sono state tante. Ieri al telefono era forte, ma era venuto a ricercare, dopo nove anni, un refolo di vento, un sospiro d'aria, una boccata di ossigeno ed è tornato bambino, ricordava i momenti passati insieme, ringraziava per i valori che gli abbiamo dato, si rammaricava per essersene andato e che se fosse rimasto la sua vita oggi sarebbe diversa e certamente migliore. E' stato come se fosse stato sempre con noi. Io e Roberta ci siamo stretti al suo fianco e abbiamo accarezzato il suo cuore promettendogli il nostro aiuto ed il nostro affetto. Così fa Dio con noi, lascia che ci allontaniamo, ci lascia liberi, ma è sempre presente e noi lo sappiamo. Passa il tempo, lo rifiutiamo, lo insultiamo, lo combattiamo, lo allontaniamo, ma Lui nel Suo infinito amore per noi è lì che ci aspetta e nel frattempo ci invia dolcemente il suo refolo di vento, il suo sospiro d'aria pura facendo così in modo che si possa andare avanti, camminare fino a quando non saremo pronti ad incontrarlo. |