Attesa gioiosa
Comincia un nuovo anno litugico.
Tutti ci aspettiamo una vita nuova e invece, a volte o anche spesso, le cose vediamo che vanno peggio. Che fare? Scoraggiarsi? Perdere definitivamente la speranza?
La Parola di Dio di questa I domenica di Avvento ci aiuta a capire.
Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra... gli uomini moriranno per la paura... Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte» (Lc 21,25-26).
Il Signore ci preannunzia guai molto più grandi di quelli che possiamo vivere come persone singole o come famiglie.
E allora?
«Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina» (Lc 21,27-28).
Il mondo, e quindi ciascuno di noi, non va verso la rovina, ma verso una nuova rifondazione che va oltre gli stessi desideri più profondi del cuore dell'uomo. Questo attendere la venuta del Signore che rifonderà l'universo costituisce la Speranza cristiana, che è la certezza, fondata sulla nostra fede, che Dio, in Gesù, si è fatto vicino a noi, e, attraverso le tribolazioni di questo mondo, ci conduce alla piena partecipazione alla Sua stessa vita, la vita eterna, il Paradiso, il Regno di Dio.
E noi, in mezzo ai travagli del mondo, come dobbiamo vivere?
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso... Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza... di comparire davanti al Figlio dell'uomo» (Lc 21,34-36) per essere da Lui accolti nella casa del Padre.
L'Avvento, allora, liturgicamente è l'attesa gioiosa della celebrazione del Natale del Signore, cioè della celebrazione della presenza del Signore in mezzo a noi, del Dio che si fa uomo per prenderci per mano e condurci nel Suo Regno, il Paradiso, che è una realtà molto più grande di tutti i nostri sogni più belli. Ma l'Avvento è soprattutto un tempo in cui vivere uno stile di vita da costruire ogni giorno: attendere nella speranza l'arrivo definitivo del Signore della nostra Salvezza.
Ma questa attesa è una attesa attiva che ci fa vedere in ogni uomo, chiunque esso sia e comunque si comporti, un fratello da amare e a cui annunziare le meraviglie che Dio prepara per noi, nonostante i problemi che la vita ci presenta.
Il commento al Vangelo di questa domenica 2 Dicembre 2012, I di Avvento anno C Luca 21, 25-28.34-36, è di padre Deodato Mammana. Sacerdote originario della Sicilia, dal 1990 è assistente del Movimento Giovanile Missionario Diocesano di Catania. Dal 2011 è in missione in Messico come Associato al PIME.
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