Omelia (02-12-2012)
don Giovanni Berti
Vegliare per non morire di paura

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Mi ha sempre colpito l'affermazione di Gesù che troviamo in questo passo del Vangelo: "gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra".
Una paura mortale! E' la paura che prende ogni persona quando vede frantumarsi ciò in cui confidava e che sembrava sicuro e inattaccabile.
Se ci pensiamo bene succede anche a noi quando ci vediamo in pericolo di perdere quello in cui confidavamo: un lavoro, una relazione, il posto dove abitiamo, la considerazione degli altri...
Gesù, parlando nel Tempio di Gerusalemme che secondo gli ebrei del suo tempo era destinato a rimanere eterno, annuncia invece la totale precarietà sia del tempio che di ogni altra costruzione umana materiale, politica e religiosa....
Gli ebrei conoscevano bene la storia che li precedeva, e che era caratterizzata dal sorgere e dal finire di super potenze e imperi che dopo una fase di splendore e di pretesa eternità, venivano poi distrutti e ingoiati da una successiva superpotenza. E questo susseguirsi di potenze e imperi, che iniziano e poi finiscono, ha caratterizzato anche la storia da Gesù in poi, fino a noi.
Niente è eterno, specialmente quello che ha la pretesa di comandare e controllare tutto. E chi confida in un potente (sia dal punto di vista economico che politico e persino religioso) alla fine sperimenta che è precario e mai definitivo. Da qui la paura e l'angoscia di vedere venir meno le proprie sicurezze economiche, politiche e religiose.
Non è forse un po' la fotografia di quello che succede oggi?
Sembra proprio che la paura si stia impadronendo di tutti per una crisi interminabile dal punto di vista economico che toglie sicurezze e fa vedere in futuro nero e angoscioso.
Siamo dunque anche noi destinati a morire di paura?
Se tutto, persino le istituzioni religiose, sono in crisi e mostrano spesso segni di decadenza, siamo destinati alla fine?
"Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria... risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina"
Più che mai che in questo momento è bene ricordare che il Vangelo è "buona notizia", è via di verità e di speranza!
Gesù invita a sperare nel Figlio dell'uomo che viene. E non parla solo di un futuro lontano, anche perché rischierebbe di esser un discorso bello ma inutile per noi che viviamo oggi nella paura. Il Figlio dell'uomo è l'umanità inaugurata da Gesù. Con Gesù è iniziata l'era in cui ciò che è veramente umano vince ogni paura contro ciò che è disumano e schiaccia l'uomo.
Ciò che è disumano, cioè il potere che schiavizza, la ricchezza che impoverisce e la religiosità che aliena, sono destinati a finire, mentre ciò che è veramente umano, cioè l'amore, l'unità, la pace... sono destinati a venire con potenza e gloria nel mondo.

Ci crediamo davvero? Siamo pronti a giocarci in questa speranza e a costruire un mondo che anche nella più nera crisi, non è povero di umanità?
"State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano..." ci dice Gesù.
Facciamo in modo che i nostri occhi non si chiudano difronte ai segni dell'umanità di Gesù che si manifestano. Facciamo in modo che non siamo addormentati dalla paura e chiusi in noi stessi, perché rischiamo davvero che insieme alle potenze disumane che tendono a distruggere il mondo, veniamo distrutti anche noi.
Vegliare pregando, non significa rifugiarsi in chiesa perché fuori il mondo va male e siamo spacciati...
Al contrario vegliare pregando significa vivere in mezzo al mondo, in ogni situazione, cercando segni di umanità vera e facendo noi stessi la nostra parte di figli dell'uomo, su modello del Figlio dell'uomo che è Gesù, così come Egli ci ha testimoniato nel suo Vangelo.


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