Omelia (02-12-2012)
don Luigi Trapelli
Vigilanti nell'attesa

Inizia oggi il tempo meraviglioso di attesa dell'Avvento. Quest'anno avremo come filo conduttore il Vangelo secondo Luca. Come sempre la prima domenica ci presenta la venuta di Gesù alla fine dei tempi.

1. Nella prima parte, Gesù ci presenta i segni premonitori della fine dei tempi. Il linguaggio è sicuramente forte, con tinte fosche, usando quel genere detto apocalittico, tipico dei momenti di difficoltà e di crisi. Tuttavia, il centro della scena si lega alla venuta del Figlio dell'uomo che viene sopra le nubi con potenza e gloria grande. Proprio in questo arrivo, Gesù ci fa capire che è necessario alzare il capo perché è arrivato non tanto il giudizio, quanto la liberazione, la salvezza.

2. Gesù ci invita a restare in guardia, a non mettere troppo al centro gli affanni della vita, perché quel giorno, il giorno finale, può capitare da un momento all'altro. Nessuno nella Chiesa può mai sentirsi un salvato. L'atteggiamento corretto è quello della vigilanza e della preghiera per comparire davanti al Figlio dell'uomo.


Cosa può voler dire per noi questo testo.


1. Siamo persone che vivono nell'attesa costante. Un incontro nuovo, un rapporto di amore vero, un figlio, quante attese noi abbiamo in questa nostra vita. L'attesa più bella, però, è proprio il gusto dell'attendere. Pensiamo alla volpe e al Piccolo principe.... La persona matura è quella che sa vivere nella costante attesa, che non si siede mai, che cerca sempre nuove strade, professionali e personali. 
Noi siamo uomini e donne dell'attesa.


2. Molta gente oggi sta cercando salvatori, liberatori, incrociando strade non sempre corrette. Non sono le politiche o le ideologie a salvarci e a liberarci, anzi non ci sono uomini che ti liberano, ma uomini che si liberano perché si affidano a Gesù, Colui che solo ti può liberare veramente.


3.Per crescere, bisognerebbe imparare a vegliare e a pregare sempre, sia perché la nostra vita è sempre in bilico, sia perché siamo persone che vivono una profonda dimensione spirituale. Puoi togliere tutto a una persona, ma la dimensione spirituale è quella che ti fa vivere e camminare.
 L'uomo non è chiamato a guardare troppo in basso, ma ad alzare il capo, a vivere la sua dignità, la sua umanità, la sua dimensione più vera che è quella spirituale per incontrare Gesù.


Sono convinto che oggi ci sia un grande bisogno della dimensione spirituale e della preghiera e che tanti la stiano cercando. Per questo l'esposizione del Santissimo Sacramento che molte parrocchie faranno in questo periodo di Avvento, sono il segno dell'importanza che la preghiera e la dimensione spirituale assumono nella nostra vita. Dare del tempo a Dio nel silenzio, con Gesù Eucarestia.


Buon Avvento a tutti voi.