Omelia (29-02-2004)
LaParrocchia.it
Deserto

La quaresima, ci dice la liturgia, è il tempo favorevole per eccellenza. Sarebbe un vero peccato sprecarlo inutilmente. In che modo è un tempo di grazia di sì grande valore? E in che modo dobbiamo viverlo, perché ci sia della massima utilità?

- Cos'è la quaresima? Un tempo di penitenza? Certamente, ma non solo questo. La penitenza non è mai stata fine a se stessa: e semplicemente un mezzo. L'essenza della quaresima è un'esperienza, personale e comunitaria ad un tempo, dell'amore di Dio per l'uomo e in particolare del dono inestimabile della fede in Gesù Cristo. Le continue preoccupazioni della vita, il chiasso, l'attrattiva del superficiale, sono tutte cose che ci lasciano vuoti. Entrare nella quaresima significa mettersi all'ascolto di Dio, immergersi nel suo mistero, come ha fatto Cristo.

- Come riuscire in questa esperienza? Con uno sforzo intenso di purificazione e di liberazione: il deserto simboleggia mirabilmente questo sforzo. Ogni vegetazione è scomparsa, il paesaggio è nudo, nulla arresta lo sguardo. La penitenza della quaresima non ha altro scopo che quello di distoglierci dall'accessorio per aprirci all'essenziale, stabilirci nel silenzio e nel raccoglimento perché solo la voce di Dio arrivi al nostro orecchio.
In breve, la quaresima è un'esperienza intima e appassionata dell'amore divino. Quindi, per viverla è necessario ritirarsi nel deserto con Cristo. Silenzio e preghiera: qui c'è Dio!