Omelia (03-12-2012)
Riccardo Ripoli
Commento su Matteo 8,5-11

Presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande.

Molti cattolici, io per primo ero così, pensano che essere atei significa non avere principi, valori, avere una vita che porta allo sbando, un modo di pensare contro il quale combattere su ogni argomento.
No, essere atei significa non credere all'esistenza di Dio, in modo consapevole o meno. Tutto il resto è frutto delle nostre elucubrazioni mentali. Dovremmo distinguere tra chi è ateo per scelta e chi per mancanza di conoscenza profonda, ma è un'altra questione della quale potremo parlare in seguito.
Oggi mi vorrei soffermare con voi sulla bellezza di tante persone, che siano atee, cattoliche, musulmane, buddiste o altro. Nelle brave persone i principi sono comuni, i valori sono gli stessi qualunque sia il credo o il non-credo. Altruismo, Solidarietà, Perdono, Dialogo, Accudire i figli, Rispettare i genitori, Curare gli ammalati e gli anziani, Visitare i carcerati non sono appannaggio di questa o altre religioni, sono valori che innalzano lo spirito e fanno di quella persona una "brava persona". Il credente ha una spinta in più a comportarsi bene, ma ci sono anche tanti credenti che si comportano bene solo di facciata. Nella vita dell'Associazione ho conosciuto tantissimi che non credevano in Dio, ma che avevano un grandissimo rispetto per le persone, per i loro bisogni, tanto da annientare la propria vita per loro. Persone con le quali ho avuto ed ho grande amicizia e stima. Certo che da parte mia spiego molte cose con la Fede e spesso abbiamo avuto dei dialoghi bellissimi che hanno portato a serene riflessioni, domande, interrogativi. E' bello vedere come una persona che non crede non sia quasi mai abbarbicata sulle proprie posizioni e timidamente ammetta che non si può escludere del tutto la presenza di Dio e di una vita eterna. E' come un buchino piccolo piccolo in un bel vestito, mi piace metterci il dito, infiltrarmi nei suoi pensieri e nel suo cuore e inserirvi un tarlo, che poi da solo possa lavorare nei casi della vita. Davanti ad una disgrazia, una malattia si ricorderanno di quei pensieri e forse, magari per non escludere nessuna possibilità, cominceranno a guardare verso l'alto, a parlare con un Dio che non esiste, a sperare in ciò che mai potrà accadere. Ed il Signore sarà lì, pronto a mostrarsi, ad aiutarli, a sostenerli ed allora, forse, i loro occhi si apriranno e vedranno Gesù accanto a loro.
Il centurione chiese a Cristo il Suo aiuto, si ritenne indegno anche solo della Sua presenza, l'aiuto che chiese era per un suo servitore, ed il Signore riconosce in lui una grandissima fede, maggiore di quella di tanti altri che lo osannavano ma poi si comportavano male con il prossimo.
Dico sempre di un mio carissimo amico che si professa ateo, che ha più Fede di me ed è molto più bravo a portare avanti quei principi che indegnamente io professo.
Siate atei se volete, ma aperti al dialogo e alla conoscenza, aperti ad una visione diversa del mondo rispetto a come lo avete sempre valutato voi.