Omelia (29-02-2004)
don Elio Dotto
La tentazione di guardare indietro

È davvero molto umana quella fame che Gesù sperimentò al termine del suo soggiorno nel deserto. «Non mangiò nulla in quei giorni – racconta l'evangelista Luca (4,1-13) – ma quando furono terminati ebbe fame». Appunto: molto umano è questo Gesù affamato, questo Messia assillato dal più elementare dei desideri. E soprattutto molto umane appaiono quelle tentazioni insistenti, descritte nelle parole del diavolo.
È infatti assolutamente umano essere tentati: tentati di seguire una strada diversa da quella che si sta percorrendo; tentati di tornare indietro, abbandonando l'impresa iniziata; tentati di prendere una scorciatoia, per superare facilmente l'ostacolo imprevisto. È dunque assolutamente umano essere tentati: in fondo, fin dall'inizio la tentazione ha cercato di sedurre l'uomo e la donna.
Oggi però dobbiamo riconoscere che la tentazione ha assunto forme particolarmente raffinate e diffuse. Lo sviluppo della comunicazione a distanza, infatti, ci ha trasformati tutti in telespettatori: ci ritroviamo, cioè, nella situazione dello spettatore televisivo, il quale ha a disposizione cento canali diversi, e salta da un canale all'altro nell'impossibile ricerca del programma migliore. Appunto così ci accade ogni giorno: cento sono le possibilità di scelta, attraverso cui soddisfare i nostri desideri; ma alla fine risulta impossibile identificare la scelta migliore. E ci ritroviamo in tal modo sempre da capo indecisi, un po' come succede ai protagonisti del recente film «L'amore è eterno finché dura»: i quali sono tentati di abbandonare le scelte fin lì compiute, rassegnandosi al fatto che quelle scelte non possono durare in eterno...
Proprio contro una simile tentazione lottò Gesù nel deserto, in quei quaranta giorni di solitudine e di preghiera. E senza sosta – in seguito – egli si oppose a questa illusione tentatrice, anche quando si avvicinava l'ora della morte, e le scorciatoie gli sarebbero state utili. D'altronde, lo aveva detto chiaramente ai discepoli: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il Regno di Dio» (Lc 9,62). E Gesù mai si volse indietro, neanche davanti alle minacce; anzi, proprio «mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, egli si diresse decisamente verso Gerusalemme» (Lc 9,51).
Noi invece facilmente ci volgiamo indietro, ammaliati dalle cento discordanti voci che ogni giorno ci assalgono. Eppure soltanto chi non si volge continuamente indietro può gustare la pienezza della vita. «Ricordatevi della moglie di Lot» (Lc 17,32), diceva a questo proposito Gesù. La moglie di Lot, fuggendo dalla distruzione di Sodoma, aveva guardato indietro, ed era diventata una statua di sale. Non accada anche a noi di rimanere paralizzati ed indecisi, a forza di guardare indietro.