Omelia (08-12-2012)
Gaetano Salvati
Commento su Luca 1,26-38

"Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore»" (Lc 1,38). Le parole rivolte all'angelo Gabriele ci rivelano che l'Immacolata, Vergine, Madre di Dio è la donna che ha accolto l'avvento divino nell'esodo del tempo, l'immagine della presenza di Dio fra gli uomini; il frammento di storia cui il Tutto (Dio) ha manifestato la gratuità del Suo amore verso la creatura. È la "piena di grazia" (v.28), nel senso che è stata preservata dal peccato originale, purificata e santificata (Immacolata Concezione) per la mediazione del Figlio. Attraverso i meriti di Cristo Gesù, aderisce liberamente al disegno salvifico del Padre, e può dire a Gabriele: "avvenga per me secondo la tua parola" (v.38). Testimonianza che annuncia il trionfo dell'amore della Trinità nella persona della Vergine, e stabilisce che il dono della grazia anticipa ogni atto meritorio della Madre del Signore. Dunque, la risposta sincera e libera al disegno divino su di Lei, fa della Vergine, la donna amabile, la creatura più attraente; infine, la credente che docilmente si lascia condurre nel mistero del Figlio. Per questo è la figura del discepolo umile, aperta all'iniziativa di Dio, l'icona del Mistero (di Dio) che la Chiesa guarda per rileggere gli eventi pasquali che generano il nuovo popolo di Dio. L'Immacolata Concezione, allora, è la considerazione certa del primato dell'iniziativa divina, e il contenuto più radicale e perfetto dell'opera di redenzione attuata dal Salvatore.
A questo punto è giusto chiedersi: la testimonianza dell'Immacolata Concezione è ancora valida per la comunità credente? Cosa annuncia a noi la storia di Maria di Nazaret?
Per rispondere alle domande poste, è necessario motivare il senso del dogma dell'Immacolata Concezione; in altri termini, scrutare ciò che la Chiesa proclama all'uomo contro la concezione moderna della storia. Fra l'esaltazione dell'uomo e la morte di Dio, e l'esaltazione di Dio e la morte dell'uomo (concezione moderna), sta, ineffabile, la possibilità, per l'umano redento, di partecipare alla gloria eterna. Questo inaudito paradosso, rivelatore dell'amore del Creatore per la creatura, è stato professato attraverso la figura di Maria. L'Immacolata Concezione, infatti, celebra, la libera elezione di Dio e il primato che gli spetta contro ogni possibile riduzionismo della ragione umana. Il dogma dell'Immacolata, allora, mostra all'uomo che Dio non è un abile manovratore, un monotono burattinaio che non concede libertà di movimento. L'uomo che si fida di Dio, piuttosto, acquista la vera libertà, la bellezza di agire nel Bene, e in Lui comprende che la nuova esistenza, elargita nel sangue dell'Innocente, è donazione di sé all'Altro e agli altri. Per questo motivo, Maria è la stella del mare, il sorriso caduto dalle labbra di Dio a sollievo, conforto e gioia dei mortali; la basilica del silenzio, luogo perenne della divina Dimora; segno della speranza che incoraggia la Chiesa ad approfondire il mistero della salvezza, della storia e dell'uomo. Per mezzo di Maria, quindi, la comunità dello Spirito è chiamata a testimoniare la sua unità, la sua origine e il mistero di Cristo che ha riconciliato il mondo con il Suo sacrificio.
Guardiamo anche noi Maria: in lei individueremo che Dio, origine dell'Amore infinito, accompagna i nostri passi fino all'estasi del definitivo incontro con Lui. Amen.