Omelia (04-12-2012)
Riccardo Ripoli
Hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli

Spesso ci troviamo inseriti in una corrente di pensiero tale da non permetterci di riflettere e vedere le cose più palesi. Se riflettiamo ad esempio sul fatto che ci sono cose che i dotti ed i sapienti non capiscono, mentre i piccoli, i più umili sono in grado di intenderle perfettamente. A prima vista il discorso non torna. Ma come, io che sono laureato, io che sono un professore, io che dirigo un'azienda con mille operai, io che ho studiato teologia, io che sono un grande come potrei mai pensare di non capire qualcosa?
Purtroppo oggigiorno diamo importanza al QI, il quoziente intellettivo. Quante mamme sono orgogliose di avere un figlio che ha tutti voti altissimi, che capisce ogni cosa, lo sollecitano con giochi sempre più complessi, lo mandano su internet perché per una mamma, per un papà il proprio figlio deve essere il migliore, il più bravo, il più intelligente. E' legittimo, se non fosse che spesso diventa una gara tra genitori dove i figli sono marionette mosse a seconda del piacere dei propri cari. Avete mai assistito non dico ad una partita, ma ad un semplice allenamento di una squadra di calcio di bambini di sei, sette anni? Le mamme ed i papà a bordo campo che si improvvisano allenatori, che litigano tra loro perché il mister ha mandato avanti un bimbo anziché un altro. Già li vedono come professionisti del pallone, i migliori che vinceranno il pallone d'oro dopo una carriera piena di milioni.
Ma il cuore non lo guarda più nessuno. Preferisco la compagnia delle persone più umili, che parlano con il sentimento e se l'italiano è scorretto, a chi importa se i concetti sono intrisi di amore, di semplicità di umanità e solidarietà verso il prossimo?
Dico sempre che se una persona mi dicesse "vuoi un assegno per la tua associazione o preferisci che venga a darti il mio tempo liberò" Non avrei esitazioni nel desiderare il volontario, la persona. I soldi prima o poi finiscono, ci compri le cose materiali che hanno una fine, paghi uno stipendio di chi se ne andrà se non potrai più pagarlo. Il volontario non finisce mai perché, anche quando se ne sarà andato, lascerà ricordi, momenti felici, lacrime condivise, foto da rivedere con gioia, qualcosa di materiale costruito con le sue mani, valori e principi donati a tutti noi in particolar modo ai ragazzi. Sono cose che non si possono comprare.
Ebbene sono tanti gli esempi in cui il cuore ci fa capire più del cervello. Pensate ad un bambino che a quattordici anni abbia una capacità intellettiva pari ad un bambino di quattro anni. Quante cose capisce. A quattordici anni i ragazzi oggi cercano il ragazzino/a scegliendolo per il fisico, per la sua prestanza, magari guardando se con lui o lei ci si possa divertire, spingersi oltre. Poche volte vedo nel mondo che ci circonda la voglia di amare e quando c'è si tiene ben nascosta per la paura di essere derisi. Un bambino con handicap mentale si affeziona alle persone, le consola se le vede tristi, si esprime con baci e abbracci e capisce molto più di noi.
Così ci dice Gesù. I piccoli, i più umili, i bambini vedono Dio perché i loro occhi non sono velati ed il cuore è puro. Torniamo ad essere bambini, tutti ci siamo passati, e cerchiamo di guardare Dio ed il nostro prossimo con il sentimento puro che avevano da piccoli e si aprirà davanti a noi un mondo meraviglioso nel quale rifugiarsi nei momenti difficili o addirittura andarci a vivere per sempre pieni di semplicità ed amore.