Omelia (08-12-2012)
Marco Pedron
MI fido di Te

Oggi la chiesa celebra la festa dell'Immacolata Concezione. Il vangelo, come ogni anno, è quello dell'Annunciazione e cerchiamo di addentrarci un po'.
Prima di questo vangelo Dio si era proposto nientemeno che ad un sacerdote: Zaccaria. Zaccaria è un "giusto": i giusti nella Bibbia sono coloro che seguono, che vivono, tutte le regole del Signore. E infatti lo incontra nel momento di maggior intimità con Dio che accadeva una volta in vita: il turno in cui doveva ufficiare al tempio.
Solo che quel giusto, Zaccaria, non gli aveva creduto (Lc 1,5-25). Dio gli aveva proposto l'incredibile: "Siete avanti negli anni, tua moglie è sterile, ma io sono Dio: avrai un figlio" (Lc 1,7). Ma Zaccaria aveva risposto: "Impossibile!" (Lc 1,18). Zaccaria aveva tante pratiche religiose ma di fede pochina. Allora l'angelo gli disse: "Sarai muto" (Lc 1,20) e non solo sarà muto ma anche sordo (Lc 1,62), infatti dovranno chiedergli con dei cenni come voleva che si chiamasse quel figlio (il Battista).
Il vangelo è sempre sorprendente: un sacerdote che è senza fede, che non ha niente da dire al popolo, Dio lo rende muto perché non è utile alla sua causa. E' muto perché ha sentito la voce di Dio ma, lui super-religioso, non gli ha creduto, non l'ha ascoltata.
Un sacerdote ubbidiente non crea problemi: infatti terminerà tutti i giorni del suo servizio (Lc 1,23). Un sacerdote che non ascolta la parola di Dio è muto, non comunica niente: dice tante parole, ti racconta un sacco di cose ma non ti trasmette nulla, non è un portavoce (pro-feta) di Dio. Un maestro invece "che parla", questo sì crea problemi: e infatti Gesù verrà elimininato.

Quindi il primo tentativo di Dio avviene in una situazione privilegiata: a Gerusalemme, la città santa, ad un sacerdote giusto (=irreprensibile, osservante in tutto della Legge), nel tempio, nel momento più alto di preghiera. Se non funziona lì, uno direbbe, e... invece!
Anche perché ciò che gli propone non è mica una cosa tanto strana (visto poi che conosceva bene la Bibbia): un sacco di altre volte Dio aveva fatto nascere da donne sterili dei grandi personaggi.
Sara prima di avere Isacco era sterile; Rebecca prima di avere Esaù e Giacobbe era sterile; i loro mariti erano Abramo e Isacco, personaggi famosissimi. Ma anche la madre di Sansone era sterile; anche Anna, Michal, la donna Shunammita, ecc.
Era un uomo che sapeva tutto di Dio ma che non aveva Dio. E a volte il troppo nasconde proprio la mancanza: uno cerca di sapere tutto proprio perché non "possiede" ciò che cerca. Così cerca con la mente ciò che va cercato con il cuore e con l'anima.
Alexander Lowen racconta che un giorno tentò di spiegare a suo figlio chi fosse Dio. Ma suo figlio lo interruppe e gli disse: "Conosco già Dio!". Allora il padre gli disse: "Ma che ne sai tu di Dio?". Il figlio indicò alcuni fiori e disse: "E' lì!". Aveva sei anni, non aveva forse il concetto di Dio, ma lo sentiva dentro.
Leonardo Boff un giorno parlava con sua madre, quasi analfabeta, di Dio e, lui famoso teologo, tentava di spiegarle chi è Dio. Lei ad un certo punto lo guardò e gli disse: "Ma senti un po' Leonardo, tu che sai tutte questo cose su Dio, perché sei sempre così triste se conosci Dio?". E, Leonardo, si fermò, arrossendo, e appuntò nel suo diario: "Mia madre che non sapeva neanche scrivere, che non era mai andata a scuola, che sapeva sorridere e che aveva il cuore pieno d'amore, conosceva Dio molto più di me".

Dopo il primo tentativo fallito (Zaccaria), l'angelo Gabriele (1,19.26) ci riprova. Ma questa volta l'angelo fa tutto diversamente da prima.
Prima nella Giudea, la terra santa e fedele a Dio, protagonista della storia della salvezza; adesso in Galilea che è la regione del nord dove la popolazione si è mescolata con i pagani e che deve il suo nome al disprezzo con il quale la tratta il profeta Isaia: "La terra pagana". Giuseppe Flavio, storico del tempo, dice che i galilei sono bellicosi fin da piccoli. Questo perché erano i poveri e i diseredati del tempo, i braccianti dell'epoca, sfruttati dai latifondisti della Giudea e per questo continuamente in ebollizione ed in rivoluzione.
Prima nel centro della fede: Gerusalemme; adesso a Nazaret, un borgo selvaggio della Galilea che godeva di cattiva fama. In Gv 1,46 Natanaele dice: "Cosa può venire mai di buono da Nazaret?". Erano considerati dei trogloditi, abitavano in case per la maggior parte ricavate in caverne, nelle grotte, gente bellicosa fin da piccola.
Prima nel tempio, adesso in una casa.
Prima le pietre splendide del tempio, adesso in una misera casa metà fatta di muratura e metà di roccia.

Prima da un uomo e adesso - cosa riprovevole, bestemmia ed eresia - da una donna.
Ma come gli è venuto in mente di rivolgersi ad una donna? Per comprendere la portata di questo episodio bisogna avere presente come a quel tempo erano concepite le relazioni di Dio con gli uomini. Dio vive circondato nel suo cielo ed è circondato da sei angeli che sono al suo servizio e che si chiamano gli angeli del servizio divino. Quindi Dio sta in questa sfera inaccessibile, circondato da questi sei angeli.
Poi più ci si allontana da Lui e più ci si avvicina agli uomini e minore è la santità. Vicino a lui c'è il sommo sacerdote e giù giù fino all'ultimo posto: chi c'è all'ultimo posto? La donna!
La nascita di una donna era considerata una disgrazia, una punizione lanciata da Dio contro determinati peccati. La nascita di una bambina veniva vista così come un fastidio che si poteva eliminare, addirittura sopprimere senza tanti problemi.
Le donne non avevano nessun diritto e per giustificare questo si chiamava in causa la Bibbia. Infatti si diceva: "Dio non ha mai rivolto la parola ad una donna". E l'unica volta che s'era rivolto ad una donna era stato con Sara, la moglie di Abramo. Dio le aveva annunziato che sarebbe diventata madre: a Sara scappa da ridere (perché sia lei che il marito erano vecchi) e Dio, che era permaloso le dice: "Che hai fatto? Hai riso?" E lei poverina: "No, no, non ho riso!". "Eh, sì, ti ho visto!".
E si diceva: "Per quella bugia Dio non ha più rivolto la parola ad una donna", e così era. Dio se l'era legata ad un dito; un dito divino ma sempre un dito! Per questo motivo le donne erano ritenute bugiarde: erano bugiarde per natura, per essenza, per costituzione. E non rideteci tanto su questa cosa perché era una cosa così seria e radicata che in tribunale o ad un processo, proprio perché erano bugiarde, non avevano neppure il diritto di testimoniare.
Alla donna, poi, veniva proibito, in quanto impura, di toccare il rotolo della legge. I rabbini arrivavano a dire che era meglio che tutti i rotoli della Bibbia fossero bruciati in un rogo piuttosto che uno solo di essi fosse salvato dalle mani di una donna. Perché questo? Perché se la donna è impura e salva l'ultimo rotolo comunque nessuno lo può più toccare.
E' importante per noi sapere tutto questo, non per curiosità storica, ma perché quella che a quel tempo neppure veniva ritenuta una creatura umana, bugiarda e impura per definizione, totalmente inferiore e al di sotto dell'uomo, beh, nei vangeli, invece, è superiore. Le donne nei vangeli non sono equiparate agli uomini ma sono ad un livello superiore. Loro saranno le messaggere della resurrezione (il ruolo destinato agli angeli)!
Che Dio si potesse rivolgere ad una donna era totalmente impensabile, fuori da ogni ragionamento. Ma ciò che è assurdo per gli uomini non è affatto per Dio! Dio non guarda ciò che guarda l'uomo.

Cosa fa l'angelo Gabriele? "Nel sesto mese..." (Lc 1,26). I numeri per la Bibbia hanno sempre un valore figurato. Dove appare il sei nella Bibbia? Nella Genesi: per sei giorni Dio crea, poi Dio smette (il settimo giorno). Sono i sei giorni umani: poi c'è il giorno di Dio, che è un altro giorno (un altro livello).
A Cana di Galilea: sei giare ma il vino vero, quello "divino" non è lì.
Nella trasfigurazione (Mt 17,1) si dice "sei giorni dopo": ci sono i sei giorni umani ma nel settimo giorno c'è la visione del divino, di qualcosa che è su un altro livello.
Allora: quando Lc dice "nel sesto mese" tu già sai che arriverà qualcosa di divino. Il numero dopo il sei riguarda Dio... e infatti!

E da chi va Gabriele? Da una donna promessa sposa (Lc 1,27).
Il matrimonio a quel tempo avveniva in due momenti. Le famiglie si accordavano sull'unione dei loro figli: era un vero contratto che durava tre giorni, dove ognuno cercava di guadagnare il più possibile.
I due sposi non si erano mai visti: le famiglie stabilivano il contratto ed erano fidanzati. Ognuno viveva a casa sua e un anno dopo avvenivano le nozze dove la sposa veniva condotta in casa dello sposo e finalmente vedeva questo uomo. Se gli piaceva bene; se non gli piaceva doveva andargli bene lo stesso!

La donna si chiama Maria (Lc 1,27). Lc inserisce volutamente il nome: perché? Per noi è un nome soave "Maria"; ma di certo non lo era a quel tempo.
Nella Bibbia c'è una sola Maria: la sorella di Mosè. Questa donna, molto ambiziosa, aveva cercato di fare le scarpe al fratello Mosè. Per questo Dio la maledisse con la lebbra (la lebbra era la maledizione di Dio). E il Talmud riporta che quando Maria muore e le vogliono fare il funerale, Dio stesso interviene dicendo: "Perché state a piangere una vecchia?".
E dopo quella Maria nessuno più si chiamerà così fino alla madre di Gesù. Perché? Perché era un nome maledetto, oggetto di maledizione.
Nessuno di noi mette nome a suo figlio "Giuda" perché questo nome si collega al traditore. Eppure uno dei discepoli fedeli a Gesù si chiama così. Ma a noi evoca dell'altro. Così era per Maria.
E chissà perché le avevano messo questo nome, segno di maledizione?

Quando l'angelo entra le dice: "Ti saluto o piena di grazia" (Lc 1,28). Kekaritomene "riempita di grazia" non si riferisce alla bravura di Maria, ai suoi meriti, al fatto che nessuna donna era brava quanto lei.
No! Si riferisce all'azione di Dio. Lei è niente (Galilea, Nazaret, donna, il nome Maria, ecc.) e Dio la riempie, la colma. E' Lui che è tutto e che gratuitamente la colma.
Questa è la grandezza di Maria: Maria è grande non perché era santa o perfetta (come viene descritta in certe litanie) ma perché è la prima ad accogliere l'amore di Dio gratuitamente. Mentre Zaccaria e soci volevano conquistarsi l'amore di Dio con le preghiere, i riti e la santità, Maria non fa nient'altro che dirgli: "Sì". L'amore di Dio è immeritato ma gratuito.

L'angelo poi le dice: "Concepirai un figlio lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù" (Lc 1,31). Ma le donne non mettono mai il nome ai figli: sono sempre e solo i padri che mettono il nome ai figli!

Allora riassumiamo: non la Giudea ma la Galilea; non Gerusalemme ma Nazaret; non un uomo ma una donna; non uno studiato sacerdote ma un'ignorante donna; non una creatura dal nome rilevante ma col nome di una maledetta... Ancora: "il sesto mese" e "una donna che mette il nome al figlio": ma cosa sta accadendo?... Ancora peggio: "Sarai madre del Figlio di Dio" (per questa affermazione c'era la pena di morte immediata!).
Sta accadendo che qui Dio rompe completamente con ogni tradizione precedente per iniziare qualcosa di nuovo. Dio si manifesta come il totalmente nuovo: nessuno lo può controllare e nessuno può avere spiegazioni, rassicurazioni, perché nessuno conosce questo "nuovo". Qual è l'unica cosa da dire? Come Maria: "Non so dove... non so come... non so perché... non so quando... ma mi fido di te". Tutto qui.

Maria risponde: "Come è possibile? Non conosco uomo!" (Lc 1,34). Zaccaria era stato incredulo ma Maria no. Lei vuole solamente sapere il come, come avverrà tutto questo.
In passato qualcuno, appellandosi proprio a questa frase, affermava che Maria avesse fatto voto di verginità. Ma questa cosa è impossibile per il mondo ebraico. Maria chiede, e noi capiamo bene!, perché era nella prima parte del matrimonio: fidanzata, già sposata, ma non ancora convivente.

E l'angelo spiega: "Lo Spirito Santo scenderà su di te" (Lc 1,35).
Dobbiamo ricordarci che il Vangelo di Lc e gli Atti degli Apostoli sono stati scritti dallo stesso scrittore (Lc) e che gli Atti sono la seconda parte del Vangelo.
Cosa fa Lc? Lc mette in parallelo la discesa dello Spirito Santo su Maria (Lc 1,35) con la discesa dello Spirito Santo sulla prima chiesa (At 2,1-13). E chi c'è presente sia qui che lì? Maria (At 1,14)!
Lc allora presenta Maria come la donna dello Spirito, come colei che vive dall'inizio alla fine guidata dallo Spirito. Lui la guida e lei lo segue.

Maria risponde in due modi.
Il primo: "Sono la serva del Signore" (Lc 1,38). Ma chi sono nella Bibbia i "servi del Signore"? "Servo del Signore" era proprio un titolo, un modo per definire chi aveva seguito il Signore. Sono Abramo, Mosè, i profeti: coloro che hanno ubbidito ai comandi di Dio e che lo hanno seguito. Maria è l'ultima serva del Signore. Nessuno più da adesso in poi sarà chiamato così: da adesso in poi non ci saranno più i servi del Signore ma i figli di Dio. Non più l'obbedienza ma l'amore. In questo senso Maria chiude un tempo: lei è l'ultima.

Il secondo: "Avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1,38). Lei dice: "Sì", ma non sa a cosa dice sì perché dice un sì totalmente nuovo, totalmente diverso da ciò che poteva pensare e capire. Lei si fida.
In questo senso Maria apre un tempo nuovo: il tempo della fiducia. "Mi fido di te".

Cosa vuol dire allora essere uomini e donne dello Spirito? Fidarsi: "Sì".
Noi cerchiamo spiegazioni: "Perché? Perché a me? E chi me lo garantisce? E se poi...?".
Noi dubitiamo, giustamente, di noi: "Ma chi sono io? Non ce la faccio! Ha troppa paura! Non è per me!". Ma dubitiamo perché guardiamo a noi e non a Lui.
Noi vorremmo sapere: "Ma dove si va? Ma cosa mi accadrà?".
Noi vorremmo non avere problemi: "E se poi non vado bene? E se gli altri s'arrabbiano?".
Se tu ascolti tutte queste voci è la fine. L'unica possibilità è la fede: "Sì, io mi fido".


Pensiero della Settimana

Non lottare contro la tua vita:
lotta con la tua vita.