Omelia (08-12-2012) |
mons. Antonio Riboldi |
Solennità dell'Immacolata "O Donna bellissima, Maria, attraverso te vogliamo ringraziare il Signore per il Mistero della tua bellezza. Egli l'ha disseminata qua e là sulla terra, perché lungo la strada tenga deste nel nostro cuore di viandanti l'insopprimibile nostalgia del cielo .. Santa Maria, donna bellissima, bellissima come un plenilunio di primavera, facci comprendere che sarà la bellezza a salvare il mondo" (Don Tonino Bello) La Chiesa, come a voler anticipare la gioia vicina del Santo Natale - immenso prodigio dell'amore del Padre, che ci fa dono del Figlio - pone la Solennità dell'Immacolata alla vigilia del Santo Evento. Può essere difficile per noi, anche solo ammirare come sia la vita di una creatura di Dio, da Lui come messa 'in disparte', quasi a proteggerla, perché non fosse contaminata dal peccato originale e rimanesse quindi immacolata. Maria è l'unica creatura, una donna, che non ha conosciuto la miseria del peccato, come la sperimentiamo noi tutti. E' la nostra Mamma, in cui specchiarci giorno per giorno, se vogliamo, per ritrovare la bellezza del nostro essere figli, noi che arranchiamo nella vita per partecipare al Cielo. Molte volte penso a Maria, la fanciulla di Nazareth, alla sua vita feriale, quotidiana: una vita come la nostra. Una donna che ha vissuto gioie e sofferenze, riposo e fatica, come noi. Una donna che nulla aveva a che fare con i tanti modelli di vita che pongono la bellezza nella sola dimensione estetica, tanto superficiale. Maria era la Bellezza, forse non notata da chi incontrava, tanta era la sua umiltà, ma fulgida agli occhi di Dio: Maria è la Bellezza Immacolata. In tutto era simile alle donne del suo tempo, tranne che nella santità della vita, mai intaccata dal peccato. Viene il capogiro al solo immaginare quanto grande, profonda e sincera fosse la sua bontà, illuminata dall'umiltà. Maria, come tutte le fanciulle, voleva vivere la bellezza della maternità... e per la più straordinaria delle maternità era già stata redenta, fin dal suo concepimento. Nei disegni del Padre doveva essere la Madre del Figlio di Dio: questa la sua grandezza. Una mamma che ha vissuto la vita del Figlio di Dio, Gesù, 'carne della sua carné, seguendolo in tutto, quasi sempre nel silenzio e nel nascondimento. Una mamma che ha accettato di condividere tutto del Figlio fin sulla via del Calvario, fino alla crocifissione: "Stava la madre sotto la croce" accogliendo il Suo ultimo desiderio, di amarci e seguirci e consolarci come figli suoi. È da quel momento: 'Donna, ecco tuo figlio!', che è davvero nostra mamma, come lo è stata per Gesù. Ma il nostro Salvatore ha anche voluto che fosse vicina ai suoi Apostoli, per sostenere la Chiesa nascente a Pentecoste. Maria, una vita totalmente spesa per i disegni del Padre: ha condiviso con noi il cammino verso il Regno del Suo Figlio, dove Lei ci ha già preceduto con la sua Assunzione, in corpo e spirito, grazie al suo essere l'Immacolata. Lei è la nostra Mamma, che fa sentire la sua vicinanza, a volte in modo miracoloso, come accade a Lourdes o in altri luoghi delle sue apparizioni, per farci gustare la gioia di essere amati, di essere figli. La stessa gioia profonda espressa da lei nel canto di lode a Dio, quando ancora era una giovane fanciulla, agli inizi del suo percorso di fede: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore. Ha guardato a me, alla sua povera serva, e tutti d'ora in poi mi diranno Beata. Dio è potente, ha fatto in me cose grandi. Santo è il suo Nome. La Sua misericordia resta per sempre, per quelli che lo temono. Ha dato prova della sua potenza: ha distrutto i superbi e i loro progetti. Ha rovesciato dal trono i potenti, ha rialzato da terra gli oppressi. Ha colmato di beni i poveri, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Fedele nella Sua misericordia, ha risollevato il suo popolo, Israele. Così aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre". (Lc 1,46-55) Non basteranno mai i commenti più profondi, le parole poetiche più intense, per esprimere la Bellezza e Grandezza di Maria, ma facciamoci ancora aiutare un pochino, a rif1ettere sulla nostra Mamma, dal caro Paolo VI, che tanto l'ha amata quaggiù ed ora può contemplarla in Cielo: Io immagino che quanti hanno un sentimento di grande devozione alla Madonna guardino a lei con l'occhio amoroso e semplice di chi vuoi vedere bene, capire, godere di questa visione che la Chiesa ci pone davanti. 'E se anche qualcuno fosse in diverso stato d'animo, vorrei pensare che davanti a Maria Immacolata si fermasse pensoso e domandasse a se stesso: che cosa vedo? Domando a tutti: che cosa vedete?... Che cosa vediamo? Vediamo una figura umana perfetta. Chi ha senso umano può capire la potenza di questa definizione. Noi siamo tutti degli ammiratori dell'umanità, anche quando la denigriamo e offendiamo. Ne siamo ammiratori perché siamo noi stessi e perché sappiamo quali immense ricchezze nasconda questo nostro essere che a noi stessi tanto spesso è misterioso, nel vederlo riportato nelle sue linee ideali perfette, dove non c'è nessuno squilibrio, nessuna disarmonia, nessuna imperfezione, nessun inquinamento, nel vederlo immacolato.... Una visione di bellezza, dopo quella di purezza, viene al nostro spirito; e siamo quasi sospinti dalla stessa visione a chiederci: perché? Questa bellezza in che cosa ha la sua radice? In Maria... c'è un pensiero di Dio che si rispecchia nella sua integrità.... Qui abbiamo un ritratto di Dio, finalmente non turbato, non inquinato. Possiamo riconoscere, meglio di qualsiasi altra creatura, che cosa sia Dio, conoscendo la Madonna. È una bellezza divina che si riflette nella Madonna e non soltanto per l'esser suo, ma per le cose che questo essere è destinato a compiere per disegno divino... Maria sarà la madre del Cristo, la madre di Dio; sarà associata al mistero più grande che la storia umana possa registrare... sarà l'artefice materiale, sì, ma consenziente, volontaria, di questo mistero che è il mistero dell'Incarnazione... E se ci avvicinassimo, e se provassimo davvero a volgere i passi della nostra anima verso questa figura non più vista da lontano, ma in mezzo alla nostra vita, quale sarebbe l'impressione che noi proveremmo?.... Una grande venerazione, proprio per la delicatezza imposta da tutte le cose perfette: quando sono portate all'estremo della perfezione incutono una riverenza. Qui fermo un momento il pensiero... Quando vediamo una cosa che deve essere rispettata proprio perché è delicata, associamo a questa un concetto di fragilità, di inquietudine, di pavidità. Ma non è vero.... anche pensando alla figura della Madonna quale il Vangelo ce la dà, così discreta, dolce, sommessa, mai noi la vediamo in posizione di pavidità e d'incertezza. È Maria che apre la storia dei miracoli di Cristo, quasi forzando l'ora del Signore ed è lei che sta sotto la croce... Quanta forza!... Questa figura di dolcezza e di bellezza procede avanti e cammina sulle onde della storia come un esercito forte... Non l'idea di una debolezza timida e pavida dunque, ma l'idea di qualche cosa che milita nel dramma della nostra storia e che finisce per vincere e per trionfare.... Del resto, non c'è virtù se non c'è resistenza, se non c'è un superamento d'ostacolo: questa è virtù. E' vero che la virtù, in noi uomini, si associa alla debolezza del nostro essere, - ricordiamoci sempre che siamo dei decaduti, che siamo dei fragili, c'è qualche cosa di malato in noi, c'è una disfunzione, prodotta, lasciata dalla caduta originale, quella caduta che fu risparmiata a Maria Santissima - e perciò le nostre capacità, le nostre virtù sono in un vaso fragile e hanno bisogno di difesa. Ma, detto questo, dobbiamo anche aggiungere che la virtù non è debolezza, e deve da se stessa, in un certo senso, difendersi ed affermarsi. E questo è tanto più da dirsi e da affermarsi oggi dato che molte difese esteriori sono cadute; bisogna essere virtuosi, non perché si vuol essere virtuosi, non perché sia facile esserlo. Dobbiamo essere onesti e galantuomini principalmente per nostra autonoma e spontanea volontà. Dobbiamo diventare così forti e così coscienti e così decisi a conservare i valori della vita morale e della vita spirituale, da renderci immuni da tutti questi stimoli contrari, che incontriamo nel nostro vivere sociale oggi. Dobbiamo essere capaci di vivere da buoni cristiani e, direi, da santi, anche in mezzo a un mondo corrotto e tentatore..... E a questo proprio ci invita il mistero dell'Immacolata Concezione... Dobbiamo portare la nostra purezza e il nostro amore della virtù, non tanto e non solo negli atti esteriori, ma nel cuore, dove nascono i nostri pensieri, dove veramente siamo noi stessi, nella cella interiore della nostra psicologia, nel cenacolo dei nostri pensieri; lì dobbiamo essere amorosi di Dio, lì desiderosi di essere buoni e puri, lì cercare di filtrare le impressioni cattive che nascono dentro e fuori di noi e cercare che lì la fiamma del proposito cristiano sia tranquilla, luminosa, sia pura. E se non riusciamo da noi, ecco... l'invocazione: 'O Madonna, dacci la forza, dacci la virtù, dacci tu ciò che ci manca'. E Maria, che non è un essere a noi estraneo e lontano, ma che ci è madre, a chi l'invoca darà questa forza e questa purezza. |