Omelia (08-12-2012) |
Riccardo Ripoli |
Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto Spesso ci troviamo dinanzi a delle scelte da fare e capiamo che uno dei percorsi da intraprendere ci viene amorevolmente consigliato da una persona che ci ama. Talvolta riflettiamo bene su ogni scelta da fare mettendole tutte sullo stesso piano, altre volte pensiamo alle possibili soluzioni tenendo in maggior considerazione quella caldeggiata, altre volte scegliamo quella che ci è stata indicata senza nemmeno pensarci perché ci fidiamo talmente tanto di quella persona che non potremmo nemmeno lontanamente immaginare che ci faccia prendere una strada sbagliata. Dio ha chiamato Maria e lei non ha esitato un solo istante ad accettare la Sua volontà. Eppure se ci avesse riflettuto avrebbe capito quanto la sua vita sarebbe stata stravolta da quella chiamata. Il Signore la lascia libera di decidere, avrebbe potuto rifiutarsi, ma la fiducia in Dio era tale e tanta che non c'era motivo di tirarsi indietro perché qualunque cosa il Signore abbia in serbo per noi è cosa buona, anche se ai nostri occhi mortali potrebbe non apparire tale, almeno in un primo momento. Dio in quel momento affida Suo figlio a Maria, le chiede di prenderlo con sé, di allevarlo, dargli una famiglia, farlo crescere sano e robusto. E' il primo affidamento della storia, il più importante, il capofila. Maria non sapeva a cosa andava incontro, ma ha accettato, ha preso in affido Gesù. Quante volte Dio ci chiede di prenderci cura di un bambino, attraverso le notizie che si leggono sui giornali, vedendo i maltrattamenti dei vicini di casa verso il proprio figlio, a scuola osservando la trasandatezza di certi bambini. Ma ci giriamo dall'altra parte, facciamo finta di non sentire, mettiamo un muro tra noi e le nostre responsabilità, pensiamo che sia troppo difficile accogliere un ragazzo in casa, dialogare con i servizi sociali e con i genitori naturali, vivere con il pensiero che prima o poi tornerà a casa sua. Non ci fermiamo a pensare a come cambierebbe la sua vita se solo noi dessimo un pezzetto della nostra. Si soffre egoisticamente quando un ragazzo decide di tornare dai suoi o il tribunale decide per lui, ma non c'è gioia più grande di quella di aver messo nella sua tasca delle bricioline di valori e di principi con le quali potrà cibarsi il giorno che sentirà i morsi della fame. Ognuno di noi è chiamato ad accogliere il Figlio di Dio nelle proprie case, non chiudete le vostre porte ai bambini che hanno bisogno del vostro amore per crescere sani e con dei valori tali da poter essere un giorno bravi genitori. |