Omelia (16-12-2012) |
Riccardo Ripoli |
Che cosa dobbiamo fare? Tutti noi siamo chiamati ad esortare le persone a comportarsi bene, a non esigere più di quello che è dovuto, a dare agli altri parte di sé stessi, a non maltrattare gli altri se abbiamo maggior potere. In questi insegnamenti non c'è uno più grande di un altro, tutti siamo sullo stesso piano e chiunque può insegnare al prossimo, chiunque esso sia. I ragazzi possono insegnare ai genitori, gli alunni ai professori, i fedeli ai sacerdoti. In tanti anni con i ragazzi ho imparato tantissimo da loro, dal dialogo costante, dalle attenzioni riservatemi, dagli scontri, dalle battaglie vinte e perse. Ho imparato ad amare chi si è macchiato di crimini orrendi, perché i miei ragazzi amano i loro genitori qualunque cosa gli abbiano fatto. Ho imparato a sopportare ogni angheria, perché i miei ragazzi hanno sempre il sorriso sulle labbra nonostante le cattiverie subite. Ho imparato a dialogare con chiunque, perché i miei ragazzi hanno bisogno di tutto e di tutti. Ho imparato a sopportare le critiche, perché i miei ragazzi le sopportano e crescono grazie ad esse. Ho imparato ad amare i miei ragazzi, perché i miei ragazzi amano me al di là del mio carattere, dei miei errori, delle mie debolezze, dei miei tanti peccati. Amando loro ho imparato ad amare gli altri e non c'è giorno che non mi accorga di quanto l'amore verso Dio sia sempre maggiore perché nei miei ragazzi vedo il Signore. |