Omelia (16-12-2012) |
Omelie.org (bambini) |
Ogni domenica che passa segna un grande passo verso il Natale. Oggi la parola messa più in evidenza dalle letture è la gioia. E sì, la gioia è proprio una cosa bella. Chi di noi non vuole essere nella gioia? Oggi si parla di gioia, quella vera, quella che scaturisce dalle cose belle, buone, quella che è frutto di uno star bene e di un far star bene quelli che ci sono accanto, anche se tutto questo ci chiede qualche impegno e qualche fatica in più. Il vangelo di oggi, ci presenta un personaggio importante, Giovanni il Battista. Il termine "Battista" indica la sua missione: battezzare. Ma a che serve questa missione? E chi è Giovanni? È l'ultimo profeta, l'ultima "voce profetica" prima di Gesù. È colui che lo presenta, lo indica alla folla, ma è anche colui che "grida" alla gente di prepararsi ad accogliere la salvezza definitiva che Dio offre al suo popolo, proprio attraverso il messia tanto atteso: Gesù. La missione di Giovanni è quella di tutti i profeti: riportare il popolo al suo Dio. Infatti, la conversione è il tema abituale della predicazione profetica. Il popolo di Israele, e anche noi, abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti a capire se stiamo percorrendo strade verso Dio o che ci allontanano da Lui. Giovanni nei versetti precedenti al brano del vangelo di oggi si definisce "voce che grida nel deserto". Di quale deserto si parla? Certo il suo è un deserto fatto di sabbia, ma anche noi a volte viviamo nei deserti provocati dal nostro egoismo e dalla nostra indifferenza. Come sempre il vangelo porta una bella e gioiosa notizia. E Giovanni l'annuncia con forza: la salvezza, la liberazione è qui, per questo è necessario che l'uomo si prepari ad accoglierla. L'atteggiamento migliore, ieri come oggi, è quello di cambiare ciò che non va, di convertirci a Dio, guardare al Signore, cambiare rotta, mettere Dio al centro della nostra vita, perché la sua Voce, la sua Parola, illumini, orienti i nostri comportamenti, e tutto il nostro agire. Il segno esteriore della conversione predicata da Giovanni è data proprio dal battesimo che questo profeta dava alle persone che decidevano intraprendere questo cambiamento. Con il gesto del battesimo l'uomo segnalava ai presenti che voleva rinnegare le vecchie abitudini, e si impegnava a vivere orientato a Dio, in ascolto della sua parola e mettere in pratica quanto la parola di Dio lo invitata a essere e a fare. Anche noi oggi siamo invitati a preparare la strada alla gioia che viene: Gesù. tutta la liturgia è un invito a rallegrarci perché il Signore viene! La gioia è perciò l'atteggiamento giusto per orientarci alla solennità del Natale. Concretamente cosa fare? Ancora il profeta Giovanni offre delle indicazioni precise: conformarci alla Parola di Dio, alla sua volontà. E quali sono i frutti degni della conversione, del cambiamento di vita? L'amore verso il prossimo. Come per Gesù, la scelta totale nei confronti di Dio (diciamo la conversione) lo porta a compiere la volontà del Padre condensata nell'amore, così deve essere anche per tutti noi. Giovanni ha davanti agli occhi la situazione concreta di coloro, che a quel tempo intraprendevano un lungo viaggio per ascoltarlo. Gente che aveva lasciato tutto per seguirlo, che nel cammino, aveva consumato tutte le provviste di cibo, che aveva gli abiti logorati e strappati, per questo dice alla folla: "chi ha due tuniche una la dia a chi non ne ha". Ecco il primo atteggiamento necessario alla conversione: la condivisione. Altre categorie di persone fanno domande a riguardo e sono categorie disprezzate nel giudaismo: i pubblicani (che facevano il mestiere di riscuotere le tasse per conto dei Romani) e i militari. Ai pubblicani che erano conosciuti per la loro disonestà (vi ricordate Zaccheo?) Giovanni dice di non approfittare del mestiere per arricchirsi ingiustamente, quindi indica la via dell'onestà e ai militari raccomanda di non prendere e pretendere soldi con la forza. Quindi li invita a eliminare ogni forma di violenza, di ricatto e di prepotenza. Come vedete la conversione non esige gesti straordinari, ma un comportamento di vita retto da avere in ogni giorno dell'anno. Ce n'è anche per noi, non è vero? Allora prepariamoci davvero bene all'avvento del Signore! Il nostro cuore conoscerà la gioia se sapremo mettere al centro Lui, la sua parola e vivere di conseguenza condividendo ciò che abbiamo con chi non ne ha, cercando di fare sempre bene, in modo onesto il nostro lavoro, anche a scuola, cercando di bandire dalle nostre azioni gesti violenti, prepotenti e di ricatto. Buona domenica. Commento a cura di Sr. Piera Cori |