Omelia (14-12-2012) |
Riccardo Ripoli |
Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto Vi è mai capitato di dire una cosa e sentirvi criticare, magari un altro giorno dite l'esatto contrario e vi sentite criticare ugualmente. Quante volte come Associazione siamo stati criticati per le stesse cose per le quali altri ci hanno fatto mille complimenti. Qualunque cosa facciamo c'è sempre qualcuno che brontola, che storce il naso. La mia mamma mi ha insegnato ad ascoltare, e non sentire, tutte le critiche, i giudizi, gli apprezzamenti che provengono da persone che mi conoscono e a rifletterci sopra, specie sulle critiche. Le persone invece che non conoscono quello che faccio se non tramite internet, coloro che non hanno mai toccato con mano la nostra realtà, che non hanno vissuto una sola ora con noi le sento parlare, se dicono cose che hanno un senso inizio ad ascoltarle, altrimenti poi le lascio dire. Se stessi a dare retta a tutti non farei mai nulla. La cosa buffa è che la maggior parte delle critiche arrivano da persone mai viste che si arrogano il diritto di giudicare un tuo comportamento e attraverso quello la tua persona. Se un comportamento agli occhi di qualcuno può essere sbagliato, potrebbe non esserlo in un contesto diverso da quello immaginato dal tuo interlocutore che abbia una visione parziale della tua realtà. Don Luigi mi ripeteva sempre "giudica il peccato, ma non il peccatore", invece mi capita spesso di essere giudicato da chi non sa nulla di me. Qualche giorno fa una ragazza mi ha mandato un messaggio del tipo, io non vengo da te perché sono troppo sensibile nel vedere i bambini che hanno problemi (per inciso i miei ragazzi problemi non ne hanno, ma questa ragazza si è fatta un suo film, siccome sono da noi, allora sono problematici e sofforono. Tutti ci dicono continuamente quanta gioia i nostri ragazzi abbiano), tu che invece non hai sensibilità e saresti stato un buon avvocato, allora puoi stare con loro. Lascio a voi ogni personale commento, ma alla fnie io sono l'insensibile perché mi occupo di bambini con problemi, mentre chi non se ne occupa è perché è troppo bravo per farlo. Se non me ne occupassi ci sarebbe qualcuno che mi direbbe "Come sei insensibile Riccardo perché non ti occupi di bambini che vogliono il tuo affetto". Come vedete il Vangelo è più che attuale quando Gesù dice Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto. |