Omelia (17-12-2012)
Riccardo Ripoli
Genalogia, le nostre radici

Le radici di ognuno di noi sono importantissime per capire chi siamo da dove veniamo, per darci un'identità che ci distingua dagli altri, per un senso di appartenenza. Come è bello avere i nonni che ti raccontano dei loro genitori e dei loro nonni trasportandomi in una parte della storia che appartiene solo a te, alla tua famiglia. E' meraviglioso sentir parlare i genitori di quando erano piccoli, dei giochi che facevano, guardare le vecchie foto di famiglia. In occasioni particolari, come a Natale, è stupendo riunirsi, ritrovare quel calore che solo la famiglia può darti. Ricordo i pranzi nella casa della zia Rachele con lo zio Emanuele e la zia Rosanna ed il cugino Edoardo, i biscugini da Roma, nonno Vincenzo e nonna Bianca a tavola con noi e nonna Rosina nella stanza vicina che pur malata faceva sentire la sua presenza con la zia Rachele che l'accudiva costantemente con tanto amore. Ognuno di noi ha le sue radici, radici importanti per noi perché ci appartengono.
Immaginate un bambino che non abbia una famiglia alle spalle, o che abbia solo cose da dimenticare, una mamma o un babbo che lo violentavano, fratelli che sparivano in affidamento o in adozione, tanti uomini o donne nel letto dei genitori, polizia in casa, Natali come giorni qualsiasi tutti da dimenticare, nonni inesistenti in lite continua con i genitori. Come si può crescere bene senza radici? Senza esempi positivi, senza racconti attorno ad una tavola imbandita, senza sane discussioni e serene rappacificazioni per amore della famiglia.
Eppure ci sono tanti, tantissimi bambini che vivono questa situazione tutti i giorni, bimbi che nel giro di pochi anni saranno a loro volta genitori che violenteranno i propri figli, li picchieranno, non li ameranno.
Non vi ribolle il sangue al pensiero che voi avete un passato, con alti e bassi, una famiglia alle spalle che vi ama, vi sostiene e tanti altri non hanno nemmeno un sorriso per anni e anni?
Se le radici non ci sono, si possono però creare, possiamo essere noi il primo capostipite per questi ragazzi, far vedere loro che le famiglie buone esistono e si comportano in un certo modo, i nostri nonni possono essere i loro nonni, gli zii, i cugini si possono condividere con loro. Dare un passato ai ragazzi, far sì che si sentano parte di un progetto li renderà migliori, darà loro la possibilità di crescere pensando ad una famiglia da costruire sulle fondamenta che gli abbiamo dato. Anche i loro veri genitori sono visti con gli occhi del perdono, come una fetta malata del loro passato, ma una fetta che può essere guarita, sanato o al limite accettata perché anch'essa facente parte di quelle radici sulle quali costruire la grande casa per il loro futuro, almeno per tenere in considerazione le cose negative da non ripetere.
L'affidamento è tutto questo, accogliere un bambino in casa, dargli solide basi, donargli nonni, zii, cugini e tanto amore e coccole per passare Natali sereni, Pasque gioiose, vacanze estive divertenti e spensierate, una quotidianità all'insegna dell'accudimento e della crescita, aiutandoli a recuperare la parte sana della loro famiglia nella speranza di riuscire a rinsaldare i rapporti tra loro, in modo che abbiano alle spalle un insieme di persone, tra la famiglia naturale e quella affidataria, che gli vogliano bene e che alberghino nei ricordi di quando grandi ripenseranno ai momenti felici della loro vita da bambini.