Omelia (23-12-2012)
Omelie.org (bambini)


Fra due giorni è Natale ed in questa quarta domenica di Avvento il Vangelo ci fa gustare un sentimento bellissimo: la GIOIA.
La gioia dovrebbe essere il distintivo degli amici di Gesù, dovrebbe essere il motivo per cui tutti vi dovrebbero dire: "Quel bambino lì è un cristiano per davvero!".
Oggi Luca ci descrive la gioia di due donne, Maria ed Elisabetta, senza le quali noi non saremmo quelli che siamo: figli di Dio.
Se vi ricordate, l'8 dicembre festa dell'Immacolata, Luca ci ha raccontato il momento dell'annuncio dell'angelo Gabriele a Maria.
Quel "Sì'" di Maria ci fa capire fino in fondo la sua grandezza, la sua fede, il suo coraggio nell'accettare quella proposta così impensabile: diventare la madre di Dio.
Secondo la mentalità del tempo, infatti, Dio non poteva essere nominato, il suo nome non poteva nemmeno essere scritto, figuriamoci se poteva essere accettata l'idea che potesse nascere da una donna e farsi uomo come noi!
Maria sapeva tutto questo anche se non sapeva leggere e scrivere... lo sapeva perché conosceva la Scrittura che era tramandata a voce.
Come poteva quel Dio addirittura innominabile, incarnarsi proprio in lei povera ragazza di Nazaret, piccolo villaggio sperduto e sconosciuto della Galilea? E come avrebbe potuto accadere questo? E chi l'avrebbe creduta? E cosa avrebbe detto il suo fidanzato Giuseppe sapendo che lei aspettava un bambino che non era suo? Le donne adultere, allora, venivano lapidate....
L'angelo Gabriele capisce le preoccupazioni di Maria e la rassicura dicendole che era stato il Signore ad incaricarlo di portarle questo grande annuncio! E, per darle un segno, le dà la bella notizia che sua cugina Elisabetta, nella sua vecchiaia, è al sesto mese di gravidanza: nulla è impossibile a Dio.
Maria esprime il suo SI' dicendo:"Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". Si fida ciecamente di Dio, aderisce a Lui senza obbiezioni, accetta il progetto del Signore su di lei per la salvezza dell'umanità.
E così questa ragazza così giovane, incinta, senza esperienza in fatto di viaggi, non teme più nulla, lascia il suo villaggio e parte in fretta per andare da sua cugina: si fa centocinquanta chilometri sul dorso di un asino per arrivare nella regione montuosa in cui abita Elisabetta. Va da lei per aiutarla, per condividere la sua gioia, va da lei per "vivere la carità".
Eh già... perché chi è servo del Signore (come Maria si è definita) è servo di tutti, chi ama il Signore ama tutti.
Che gioia il loro incontro!
Io chiamerei questo pezzetto di Vangelo "La gioia di diventare mamma".
Chissà quante mamme col pancione vedete anche voi... è così bello guardarle quando parlano assieme, quando sorridono pensando ai loro bambini che stanno crescendo dentro di loro, è così bello vedere la loro felicità!
Chiedete alle vostre mamme quanto contente erano quando vi sentivano muovere nella pancia, quando davate calci, quando spingevate così tanto con i piedini che a volte si vedeva un bozzo anche da fuori!
Chissà quale gioia immensa è stata per Maria sapendo che quella vita in lei era Gesù! E la felicità di Elisabetta... ormai era avanti con gli anni e la speranza di avere bambini non c'era più. Ed invece...
Un incontro tra due gioie.
Mi sembra di vedere questo incontro... lo stupore di Elisabetta nel vedere Maria, i loro occhi lucidi, il loro abbraccio affettuoso, il loro sorriso... gesti che indicano accoglienza, condivisione, aiuto, disponibilità, gesti che possiamo fare anche noi, con tutti.
Li fate anche voi qualche volta?
Le vostre braccia sono "aperte" agli altri o sono "braccia conserte"?
E come è il vostro cuore? E' spalancato, pronto ad accogliere, o è un cuore chiuso, magari anche con un bel lucchetto?
E mentre Maria va a vivere la carità, sentite cosa accade: Elisabetta la saluta e dice: " A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo".
Maria portava dentro di sé Gesù in carne ed ossa ed il suo saluto ha un effetto meraviglioso su Elisabetta e sul bambino: tutti e due sono pieni di Spirito Santo ed è per questo che Elisabetta riconosce in Maria la madre del suo Signore, conosce il mistero del messaggio dell'angelo a sua cugina e la riconosce "felice" per la fede con cui l'ha accolto!
Il saluto che viene da Dio, accolto da Maria, l'ha resa madre; il saluto di Maria, accolto da Elisabetta, fa sussultare di gioia il suo bambino, Giovanni, il profeta che preparerà i cuori delle persone alla venuta di Gesù.
E così Elisabetta esclama: "Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo!".
Maria è beata perché ha ascoltato la voce di Dio, ha creduto, si è fidata ed ha detto il suo SI' affinché Gesù potesse venire in mezzo a noi.
Ma lo sapete, bambini, che anche noi portiamo dentro Gesù?
Col Battesimo riceviamo un dono grandissimo: diventiamo sacri come lo è Gesù, riceviamo nel nostro cuore un sigillo indelebile molto più indelebile di un tatuaggio: portiamo impressa nel cuore l'immagine di Gesù.
Col Battesimo il Signore viene ad abitare dentro di noi come è stato per Maria.
Maria ha donato Gesù a tutta l'umanità ed anche noi, se lo vogliamo, possiamo donare Gesù agli altri.
Come?
Portando a tutti la Sua Parola.
In che modo?
Con la nostra vita.
Sentite che belle le parole di questo canto brasiliano.
Se vi impegnerete a viverle ogni giorno, ogni giorno sarà Natale.
Dio solo può dare la fede; tu, però, puoi dare la tua testimonianza.
Dio solo può dare la speranza; tu, però, puoi infondere fiducia nei tuoi fratelli.
Dio solo può dare l'amore; tu, però, puoi insegnare ad amare vivendo con amore.
Dio solo può dare la pace: tu, però, puoi seminare l'unione.
Dio solo può dare la forza; tu, però, puoi dare sostegno ad uno scoraggiato.
Dio solo è la via; tu, però, puoi indicarla agli altri.
Dio solo è la luce; tu, però, puoi farla brillare agli occhi di tutti.
Dio solo è la vita; tu, però, puoi far rinascere negli altri il desiderio di Vivere.
Dio solo può fare ciò che appare impossibile; tu, però, puoi fare il possibile.
Dio solo basta a se stesso; egli, però, preferisce contare su di te.

Buon Natale!

Commento a cura di Maria Teresa Visonà