Omelia (23-12-2012)
mons. Antonio Riboldi
Il Padre si fa strada tra di noi attraverso Maria

Facile immaginare la grande attesa della Solennità del Natale di Gesù, per chi ha vera fede, poiché
il Natale altro non è che il grande Evento che segna il ritorno di Dio tra di noi, come Padre.
E' davvero incredibile la storia di Dio tra di noi. Ci aveva creati per essere sempre felici con Lui, ma tutto dipendeva dal nostro 'sì' al Suo Amore. Un sì che è stato messo alla prova ed è stato rifiutato, per preferire il nostro egoismo, Quel 'no' dei nostri progenitori ci è costato la tristezza del sentirsi orfani e l'esilio, durato tanti secoli. A volte si ripete tra di noi, oggi, con troppa facilità. Impossibile vivere felici, sapendo di essere fuori casa: il Cielo, la comunione con Dio.
Siamo stati creati 'a sua immaginé: rinnegando Dio, rinneghiamo la nostra stessa vera identità, è dunque impossibile essere in pace con noi stessi, con i fratelli e con Lui. Questa è la nostra vera infelicità. Lo sa bene il Padre. Ecco dunque il Natale: il ritorno di Dio tra di noi, tramite Gesù, Suo Figlio, che si è fatto uno di noi, per riportarci al Padre. E la storia di ciascuno di noi, senza eccezioni, è tutta nel saper vivere questo dono della vita, ricevuto, per tornare alla nostra Casa, il Cielo, con il Padre, insieme a tutti i nostri cari, a tutti i fratelli.
Il nostro 'sì' personale è iniziato il giorno del Battesimo, attraverso coloro che lo hanno pronunciato, riservandosi di farcelo gradualmente capire, per poterci impegnare consapevolmente e con tutto l'amore del nostro cuore. Quel sì era accettare di dare alla vita il suo vero significato: un cammino di ricerca di Dio, per imparare 'ad amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutto noi stessi'. È un poco la storia narrata da Gesù nella parabola del figlio prodigo.
Viveva felice nella casa del Padre. Ad un certo punto decide di andarsene, scegliendo il mondo, con
le sue modalità e regole, potere, successo, vanagloria, merito al più forte e sopraffazione del più debole, piacere... che nulla hanno a che fare con la realtà dell'Amore.
La domanda che sempre mi pongo è: 'Si può davvero conoscere la bellezza della vita, fuori dalla comunione con Dio, che ne è artefice e creatore? Che cosa ci offre il mondo?'
Gesù lo sa e ben lo descrive nella parabola. Il figlio prodigo, allontanatosi dal padre, per un breve periodo è affascinato e attratto dalle lusinghe del mondo, ma finisce... miserabile, senza dignità, abbandonato da tutti, senza un futuro. Solo la Grazia e l'Amore del Padre gli fanno sentire la nostalgia, il desiderio di ritornare, fosse anche come servo e basta. Noi Siamo infedeli ma Dio è 'fedeltà e misericordia per sempre'. Il Padre continua ad attendere quel figlio sulla porta di casa...
ed è festa, grande festa per quel ritorno tanto atteso.
Il Santo Natale di Gesù, Figlio di Dio e Figlio dell'uomo, altro non è che il ritorno a casa dell'umanità tutta. Un ritorno che Gesù ci ha meritato, cancellando il passato con lo. Sua morte e Resurrezione. Incredibile amore, incredibile opportunità, che si ripete, per ciascuno di noi!
La solennità del Natale di Gesù è il giorno della grande Gioia nello scoprire che Dio stesso si fa carico della nostra storia, per farci entrare nella vera Storia con Dio. Lui, 'per il quale tutto è stato creato" inizia la sua vita umana, cominciando dal nulla, dalla massima povertà, nascendo in una povera grotta, perché 'nella città non c'era posto' per la Sacra Famiglia.
È come se il mondo avesse urlato il suo 'NO' alla Presenza di Dio tra di noi. Per Lui non c'era, e tante volte anche oggi, non c'è posto... Ma dobbiamo saperlo: l'uomo, ogni uomo, che, ripetendo la superbia dei progenitori, preferisce il mondo al Padre, ricrea fin da quaggiù il suo stesso inferno. Non sia così per noi: celebrare il Santo Natale sia un grande Grazie di tutti, perché Dio è rinato e vive tra di noi, ridandoci quella Gioia che abbiamo forse rifiutata, ma che oggi vogliamo accogliere, lasciando che la Sua Presenza ritorni viva nella nostra esistenza. Questo è il fascino interiore del Natale, questa la Gioia profonda e duratura, pur nelle difficoltà del nostro pellegrinaggio, che il Natale vuole donarci. Quella Gioia che il vangelo di oggi ci narra, nell'incontro tra Maria ed Elisabetta, che definisce la cugina: 'Beata tu fra tutte le donne e benedetto il frutto del suo seno, Gesù', Una conferma per Maria che esprimerà la pienezza dell'Amore per il Padre, per il Figlio concepito per opera dello Spirito Santo, con il canto del Magnificat.
L'incontro di Maria ed Elisabetta è l'incontro di due annunzi dal Cielo, di due atti di grandissima fede, che le rende protagoniste di promesse divine.
"In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: 'Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento della parola del Signore! Allora Maria disse: 'L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, perché ha guardato l'umiltà della Sua serva'. (Lc. 1,39-48)
Grande è la commozione, se si ha fede, nel meditare questo atto di Amore di Dio per l'uomo: un Amore che non è solo una parola che si ferma al suono, ma si fa totalmente dono di vita, la vita di Gesù tra noi. Un Amore totale che cancella ogni traccia di distacco dal Padre con la Sua Morte e Resurrezione. Ora siamo davvero figli di Dio, sempre che noi lo vogliamo ed accettiamo la Sua Presenza nella nostra vita. Ridiamo anche noi alla Solennità del Natale, che ci apprestiamo a vivere, quel senso di gaudio e di gioia interiore, manifestato da Maria con il suo Magnificat.

AUGURI DI CUORE PER IL SANTO NATALE

Sento gioia ed affetto nel fare gli auguri per questo Santo Natale di Gesù a ciascuno di voi.
Ogni volta leggiamo il Vangelo della Nascita di Gesù tra di noi, prende un'immensa commozione. Il Natale ci fa tutti un poco bambini, che riscoprono la gioia dell'amore, che esprimiamo con gli auguri. Mentre i grandi eventi del mondo si celebrano con sfarzo ed esteriorità, che a volte hanno dell'assurdo, il Natale di Gesù avviene nella più totale semplicità. Maria e Giuseppe non trovano chi offra loro un alloggio e sono costretti a rifugiarsi in una grotta, adibita a stalla. Gesù, il Figlio di Dio, nasce nella povertà, per amore e circondato dall'amore sincero di pochi che lo accolgono.
Entriamo in sintonia con quell'Amore, entriamo nella gioia vera del Natale, leggendo e meditando il racconto di Luca: "In quel giorno un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento su tutta la terra. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazareth e dalla Galilea, salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi
registrare con Maria sua sposa che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'albergo.
C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo dei Signore si presentò davanti a loro e la gloria dei Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse: 'Non temete, ecco vi annunzio una grande
gioia, che sarà di tutto il popolo: vi è nato nella città di Davide un Salvatore che è il Cristo Signore. Questo per voi un segno: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia'. E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: 'Gloria a Dio nel più alto dei cieli e Pace in terra agli uomini che Egli ama". (Lc. 2,1-14)
E' come se Dio abbia voluto iniziare la storia per noi, partendo dalla povertà, dimostrazione di un amore totale ed immenso. Cosa augurare, dunque, agli amici che mi leggono?
Il Natale non sia solo una festa esterna, in cui ha posto la gioia, la voglia di pace e di amicizia, ma sia prendere coscienza che Gesù è davvero venuto storicamente tra noi e continua a venire, per trasformarci in figli di Dio, "gente santa" portatrice della Pace vera.
Spiace vedere che in troppe case sia scomparso l'allestimento del presepio, per fare posto solo all'albero con i frutti del consumismo. L'augurio è che torni Gesù nelle vostre famiglie, portando la pace e la gioia... Il presepio può allora diventare davvero un segno forte di questa nostalgia di Dio
e del Suo ritorno in noi e in mezzo a noi. Vi assicuro la mia preghiera e.... Vi voglio tanto bene.
Buon Natale con Gesù... e che ogni giorno della vostra vita conservi la Gioia del Natale: la Presenza viva e reale di Gesù, nostro Signore e Maestro.